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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

Paestum 1947, giovani ebrei sopravvissuti lager fanno tappa per Israele

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    Costò tre giorni di prigione nella caserma dei carabinieri di Capaccio il passaggio per Paestum dell’espatrio in Israele degli ebrei sopravvissuti allo sterminio nazista. “Cinquanta ragazzi fece imbarcare Ada Sereni con il gruppo di Aliàh Bet arrivò il 17 settembre del 1947. Furono le piste di atterraggio che gli americani avevano creato per rendere più agevole il loro sbarco dell’8 settembre 1943 ad incuriosire gli uomini e le donne del nascente stato di Israele che organizzavano i viaggi clandestini dei sopravvissuti dai lager tedeschi. “Notammo l’aviopista di Seliano passando dal mare”, raccontava la Sereni. Non c’era la pineta e dal litorale si vedeva tutta la zona intorno ai templi. La circostanza fondamentale era anche quella che arrivare da queste parti e fingersi turisti interessati all’archeologia era un’ottima copertura per sfuggire alla repressione feroce degli inglesi . La Sereni, che tutti abbiamo conosciuto per lo sceneggiato “Exodus” da pochi giorni trasmesso dalla R

PERTOSA. Ebrei rifugiati nelle grotte durante la seconda guerra mondiale , c'è ancora mistero

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  Un nome: Jakob Spier, un numero, 462, e stelle di Davide. E date fissate al 1944 e 1945. Scritte riscoperte per caso dentro le grotte di Pertosa. Nomi e alcune stelle di David: tracciate a penna, perfettamente leggibili, scritte con forza su una pagina di pietra. "Graffiti" non sfuggiti alle guide turistiche che il complesso speleologico lo conoscono a menadito anche per averci trascorso una buona parte della loro vita lavorativa. E poi una frase, in ebraico, Oltre alle stelle d’inchiostro e alle firme vi è anche una frase in ebraico, alcuni israeliani, in visita alle Grotte, l’hanno tradotta, e dice “Questa valle è bella, ma quella che ci aspetta lo è ancora di più“. O furono gli ebrei fatti scappare dal campo di concentramento di Campagna che avevano trovato quell'insperato nascondiglio? Le notizie storiche dicono che tutta la zona nel 1943 è stata bombardata: il 9 settembre un bombardamento alleato contro le difese tedesche di Kesselring si concentrò

ALTAVILLESI DOC: ZIO ANTONIO DI VERNIERE DETTO PICCIRILLO

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  Ci teneva solo a ricordare i suoi record, ma non nell’ordine che segue:   60 uova fresche bevute per scommessa in poco più o meno di un’ora e l’essere riuscito ad entrare in Svizzera legalmente ma senza documenti e i cinque figli tutti colti, con laurea, ma rigorosamente alla mano, un’intera guerra   mondiale combattuta senza sparare un colpo. A seguire i suoi meriti nel campo della meccanica agricola, dove fu un innovatore, e la capacità di tenere buoni rapporti con tutti. Ma senza le ipocrisie del commerciante nato, zì ‘Ntonio Piccirillo nato Di Verniere , nell’Altavilla del secondo dopoguerra era uno che, semplicemente era ben disposto verso tutti, e dalla sua libretta piena di carte, sciorinava tessere del Pci e della Dc, della Azione Cattolica e della Cgil. Primo passo indietro: perché l’abbiamo sempre chiamato Piccirillo , tanto che molti hanno sempre ignorato che avesse   un altro cognome? Tutto comincia da Persano, l’attuale zona militare, dove il nostro trascorre la sua inf

SACCO - NOVI VELIA. SESSANTANNI DI MESSE PER DON CARMINE TROCCOLI

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a cura di  SILVIO MASULLO Sessant’anni al servizio del Signore e dei cilentani. Un traguardo significativo per don Carmine Troccoli, rettore del Santuario della Madonna di Novi Velia, ma di riflesso per i suoi parrocchiani e per un intero territorio. Della ricorrenza erano a conoscenza in pochi, anche nel paese natale di Sacco, probabilmente per la sua naturale ritrosia ad atteggiamenti autoreferenziali e celebrativi. “Ci vuole fuoco per essere apostoli. Essendo né caldi né freddi, cioè tiepidi, non si riuscirà mai a niente. Non sarà mai missionario chi non arde di questo fuoco divino” sosteneva il presbitero Giuseppe Allamano, proclamato beato nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II. Don Carmine ha sicuramente dato senso e sostanza al suo apostolato. E’ stato innanzitutto un testimone ed interprete illuminato della fede e religiosità popolare. Quella spinta profonda e rivoluzionaria, che ha portato intere generazioni di cilentani a recarsi in pellegrinaggio al Monte Sacro, in un cammino di
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  PARTE DA ACERNO LA VOGLIA DI GRANDE LUCANIA  NEL REGNO DEI BRIGANTI   di ORESTE MOTTOLA Due giovani che si guardano negli occhi. Si prendono per mano. Innamorati. Cercano un ristorante. Indugiano per le stradine del paese. Trovano il panificio col pane più buono del mondo e la pasticceria delle meraviglie. Il bar che prepara una fragolata da sballo. Dietro di loro una montagna con mille e più opzioni per il trekking. E nei boschi l'origano più profumato del Salernitano, le fragoline e tanti funghi porcini. Giù, a qualche chilometro, c'è l'agriturismo con il percorso della salute. Per soggiornare, c'è da scegliere tra quattro alberghi. È questo, a 40 km da Salerno e 26 da Battipaglia, l'Acerno da scoprire. Sì, soprattutto dai più giovani: qui non ci sarà lo chic appeal della Costiera o la consuetudinarietà di qualche altra località marina. Per tutti Ma pensare che questa sia una località adatta solo a chi abbia un'età non più verde, sinonimo di tanta voglia di

BORGO CARILLIA. Il Mezzogiorno moderno è stato sperimentato qui

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    Franco Benedetto: racconto per immagini  per capire chi siamo Carillia. Di là dal fiume e tra gli alberi. Oltre quei ponti che ingegnosi architetti ed operose maestranze costruivano ed il fiume si riprendeva. Svaghi di caccia ed agricoltura, pesca nei fiumi e sollazzi d’amore, poi fatica in fabbriche che davano occupazione a migliaia di operai cilentani e della Piana. Siamo oltre Eboli e prima del Cilento. Tra aristocratici e briganti che dimoravano nella vicina Persano. Ancora si agitano gli spiriti di Tranchella e della sua compagna. I suoi briganti che dopo la sconfitta si vendono per poco, fanno i nomi dei complici, ma in carcere acquistano una cultura. Pochi sono i luoghi del Sele e del Cilento dove ci si è incontrati e mischiati come qui. Per ultimo toccò a pecorai che venivano da Piaggine a agli ebolitani del popolo minuto. PASTORI, ARISTOCRATICI, BRIGANTI E OPERAI. POI I CONTADINI. Singolare incrocio di fiumi, genti, culture e pianure. “Dobbiamo fermarci per capire innanzit

L'ANIMA DI BUCCINO. In memoria del professore Marcello Gigante

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https://www.foglieviaggi.cloud/blog/il-fotoracconto-lanima-di-buccino-un-punto-sulle-mappe IL FOTORACCONTO - L'ANIMA DI BUCCINO, UN PUNTO SULLE MAPPE di TINA PANE* Ci sono certi posti dove forse non ci verrebbe mai in mente di andare, perché non hanno  appeal  o richiamo turistico o solo perchè non li abbiamo mai sentiti nominare. Posti che potrebbero restare per sempre un puntino sulla mappa, un nome che non accende la curiosità, al massimo un’indicazione stradale che scorre veloce sotto gli occhi mentre ci dirigiamo da un’altra parte. Buccino, provincia molto interna di Salerno quasi al confine con la Basilicata, avrebbe potuto essere uno di questi. Però il nome di questo paese sperdutello, arroccato su una collina a poco più di 600 metri d’altezza, mi rincorreva da quando ero bambina perché era il luogo natale del padre della mia più cara compagna delle elementari, dove lei passava una parte delle lunghe estati degli anni ’60. Più volte s’era detto che ci sarei andata per qualc