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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Ettore Bielli, IL DECORATORE CHE DISSE DI NO A TOGLIATTI E SI FECE ANARCHICO Ettore Bielli, il comunista che disse no a Togliatti e si fece anarchico.

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ti Ettore Bielli, IL COMUNISTA CHE DISSE DI NO A TOGLIATTI E SI FECE ANARCHICO Ettore Bielli, il comunista che disse no a Togliatti e si fece anarchico. di Oreste Mottola orestemottola@gmail.com Di professione decoratore di talento, è stato lui a dipingere l'esterno del vecchio cinema De Marsico a Sala Consilina dove fu confinato politico dal 1939 al 1943. Da uomo libero ci rimase fino al 1947. Con i tedeschi in rabbiosa ritirata nascose sotto la sua abitazione due ebrei. Così li salvò, a prezzo della sua vita, lui il più sospettabile, dalla deportazione e dalla morte. Quando arrivarono gli Alleati spese la sua parola di confinato, di antifascista doc, salvando dalla fucilazione i gerarchi fascisti di Sala ritenuti dei collaborazionisti dei tedeschi. "Mio padre era uno che amò la libertà e il vivere da uomo libero", Wladimiro Bielli, dirigente d'azienda salernitano racconta suo padre Ettore, romano, prima comunista e poi anarchico. "Fu uno dei pochi, con l'av

SELE, MON AMOUR FOU TRA STORIE E TANTA ARCHEOLOGIA

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di ORESTE MOTTOLA orestemottola@gmail.com Mare e fiume, storia e monumenti, archeologia e sapori. La moderna fortuna turistica della Piana del Sele nasce dall'intreccio di questi diversi elementi. Ci fu un tempo, che è durato fino a che non è stata aperta al traffico l'autostrada, che tutte le strade portarono per i contadi sparsi della Piana del Sele. I viaggi erano lunghi e così c'era il tempo di dare uno sguardo qui e là. Così, sia che il re volesse andare a Persano o verso le altri regioni meridionali, o la migliore gioventù italiana ed europea dovesse adempiere al "precetto" di vedere di persona le vestigia classiche della Magna Grecia, era d'obbligo transitare e trattenersi per queste terre. Ai lati di quelle strade si trovavano appostati macilenti bufalari e briganti agguerriti, i primi erano lì solo per vendere, ai viaggiatori nelle carrozze, la "provatura" del formaggio di bufala e guadagnarsi, in modo onesto, qualche soldo. Fu così che te

Bruno De Conciliis, il più internazionale dei cilentani

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Quando lo sviluppo corre sulle strade antiche del vino, dei fichi e dell'olio d’oliva. ‘Come facìano l’antici" , il più internazionale dei cilentani, Bruno De Conciliis, ti racconta così come funziona una delle nuove frontiere non solo del vino, ma anche dello sviluppo ecocompatibile, che lui a Prignano Cilento, ogni giorno, contribuisce concretamente a realizzare. Una delle ultime novità di casa De Conciliis è l’’Antece’, come il monumento che è la Tiscali dei sardi, il simbolo ancestrale d’identità territoriale, appostato lassù sui monti Alburni, a S. Angelo a Fasanella. Antece è la nuova etichetta che ha voluto per la sua bottiglia fatta con la tecnica più antica. ‘Con l’Antece, che vuol dire antico’, dice Bruno De Conciliis, ‘abbiamo voluto stabilire un legame strettissimo col territorio con un Fiano vinificato, un rosso senza il contatto con le bucce. Proprio come facevano gli antichi’. Come la mozzarella di Vannulo spopola perché poco più di dieci anni fa cominciarono a

Giuseppe Galardi. La storia di Altavilla

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  OMAGGIO A GIUSEPPE GALARDI NELLA FOTO IL PRIMO A SINISTRA E' GIUSEPPE GALARDI Ha vissuto per e con la società che lo circondava. Non si dica di lui che è stato solo un topo di biblioteche ed archivi. Giuseppe Galardi ha amato con uguale intensità la cultura, la natura ed anche la buona cucina e gli amici. E' stato uomo politico, assistente e consulente sociale. Ha fatto il farmacista ed il ragioniere. Ha vissuto intensamente la vita in tutte le sue sfaccettature. Da giovane lo spirito d'avventura gli risultava naturalmente congeniale. Era appena un adolescente quando, nel 1946, con gli allora giovanottini Amedeo Di Matteo, Rosario Gallo, Germano Di Lucia e Carmine Marra, organizzò un’esplorazione dell'allora spettrale, misteriosa e sconosciuta grotta di Castelcivita. Armati solo con un lume e gas e di tanta incoscienza questi giovanissimi, per ben due volte in un giorno, s'immersero in quegli antri allora per davvero bui e misteriosi. Il complesso speleologico non

PIAGGINE, C'ERAVAMO TANTO AMATI

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[prima parte di un lavoro ancora da completare ] A Piaggine ci arrivai con un bus della Sita. E un borsone con poche cose ma tante aspettative. Avrei fatto l’operaio forestale in forza a una cooperativa. Alloggio in una casa che solitamente andava agli insegnanti fuori sede del magistrale. Riccardo “il rosso”, per via dei capelli, c’era già. Il cantiere, su a Sacco, aprirà dopo qualche settimana, quel tempo che avanzava lo spendemmo per scoprire dove eravamo e quei paesi, Sacco e non solo, che mi erano sconosciuti. La vicenda di Giovanni Marini, il giovane accusato di avere avuto un ruolo da protagonista in un odioso fatto di sangue a Salerno, che tante battaglie aveva provocato a Salerno, nel capoluogo di provincia che aveva scoperto il Sessantotto che era arrivato anche nella propria università e nelle altre istituzioni. E Marini era di Sacco. Gli amici di Marini girarono tutti i nostri paesi per scrivere sui muri slogan accettabili e comprensibili: “Marini libero”, “Marini innocent