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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

ASCEA. CONCLUSO L’INTERVENTO DI MANUTENZIONE SUL TEATRO GRECO-ROMANO DI VELIA: ORA ACCESSIBILE AL PUBBLICO.

CONCLUSO L’INTERVENTO DI MANUTENZIONE SUL TEATRO GRECO-ROMANO DI VELIA: ORA È ACCESSIBILE AL PUBBLICO. IL DIRETTORE GENERALE DEI MUSEI MASSIMO OSANNA IN VISITA AL SITO MAGNO-GRECO Il teatro greco-romano di Velia dopo gli interventi di manutenzione (marzo 2021) Si è concluso un intervento di manutenzione straordinaria sull’antico teatro di Elea-Velia, finalizzato non solo a garantire la tutela del monumento, ma anche a renderlo finalmente accessibile ai visitatori del sito archeologico che, da un anno circa, rientra nelle competenze del Parco Archeologico di Paestum e Velia, struttura del Ministero della Cultura dotata di autonomia speciale. L’intervento, per un importo di 158mila Euro, si era reso necessario a causa del degrado avanzato in cui versavano le integrazioni delle sedute dell’edificio teatrale già parzialmente ripristinate da un progetto di restauro di quasi vent’anni fa. Piante infestanti e infiltrazioni d’acqua minacciavano la tenuta dei blocchi originali che furo

BATTIPAGLIA. TORNA IL CASO RAGO NEL MIO NUOVO LIBRO

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  “a metà strada tra la ricostruzione storica (quindi asettica, cronistica) e il “libro a tesi”... tutto ciò che troverete in questo libro è realmente avvenuto, ogni riferimento a fatti e persone esistite o esistenti è tutt’altro che casuale. Sembra un romanzo, purtroppo non lo è.” LINK PER L'ACQUISTO ON LINE  https://www.edizionimagnagraecia.com/home/79-fiumi-briganti-e-montagne-nuove-storie-e-misteri-del-salernitano.html        Lorenzo Rago, dopo essere passato per il Partito Monarchico e quello Qualunquista di Guglielmo Giannini, approda al Partito Socialista che gli permetterà di diventare primo cittadino di Battipaglia. È contitolare, con Vincenzo Gambardella, di un grosso stabilimento industriale per la trasformazione del pomodoro nel pieno centro della città e vive, con la moglie Anna Forino e il fratello di questa, nelle vicinanze a Cacciottoli, in aperta campagna. È nato nel 1908, è stato per quattro anni in America nel 1934-38 facendovi fortuna, è di famiglia latifondista

ALTAVILLA RICORDA PADRE DOMENICO DI AGRESTI

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  Domenico, e poi Guglielmo Di Agresti. Protagonista di una bella storia di emancipazione, lui proveniente dal mondo popolare e artigiano. Rilesse l’attività di Gerolamo Savonarola e lo attualizzò ai nostri tempi. Fu consigliere di papa Giovanni XXIII e non esitò a tornare al suo lavoro di educatore in un liceo milanese pur di non uniformarsi alle regole di una casta di potere. Amò più di altri il suo paese natio dove avviò riflessioni sul suo stato e fu punto di riferimento di un risveglio culturale troppo presto interrotto. Cantò Altavilla da raffinato poeta. Noi ricordiamo. FAMILIARI ED AMICI 

BUSSENTO. Il tesoro di Alarico il più fantomatico che ci sia, ma ora c'è chi lo sposta nel Cilento

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Quel tesoro lo voleva anche Himmler.  Nel 1938 il capo delle Ss, visitò Cosenza e la zona di Vadue ma presto si rese conto dell’infondatezza delle notizie e tornò a casa deluso.  Venticinque tonnellate d’oro e 150 d’argento, oltre a gioielli, monete e preziosi di ogni tipo. Se lo port6ò appresso Alarico, il re dei Visigoti, in fuga da Roma verso sud, quando morte lo colse e fu seppellito con il suo cavallo e l’intero bottino alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, a Cosenza. La leggenda vuole, sia rimasto sepolto dal 410 dopo Cristo fino ad oggi. Mai ritrovato. Il più grande tesoro perduto della storia dell’umanità.  Leggenda vuole, si sempre quella, che per scavare la tomba il fiume venne temporaneamente deviato e che tutti gli schiavi coinvolti nei lavori vennero uccisi per impedirgli di rivelare il luogo preciso del bottino. Un mistero che continua ad affascinare, e che probabilmente rimarrà tale per sempre.  Dopo averla saccheggiata, Alarico abbandonò Roma agli inizi dell’autunn

PETELIA. QUANDO I LUCANI AVEVANO UNA LORO AL CAPITALE AL CENTRO DEL CILENTO

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 * oreste MOTTOLA vietata la riproduzione I lucani nel Cilento ebbero una loro capitale. Le tribù lucane inoltrate nel Cilento profondo si stabilirono intorno al monte della Stella. Gran parte delle tracce sono state cancellate dalla costruzione, nel dopoguerra, di una base militare poi passata all’Enav, ufficialmente per la sorveglianza aerea. Andarono via, allora, gran parte delle antiche mura di fortificazione con grosse di pietre tipo megaliti, resti di neviere usate fino a due secoli fa, pozzi e cisterne d’acqua. Gran parte del sito archeologico sè nei fatti sparito. Il resto lo ha fatto la fitta vegetazione che si è impadronita di gran parte dell’area. Quello che oggi sappiamo è contenuto nella tesi di laurea dell’archeologo Marco Castelnuovo che all’inizio degli anni Novanta censisce il poco che rimane. Situata sul vertice del Monte Stella nel Cilento. Sulle sue pendici si trovano i comuni di Stella Cilento, Sessa Cilento, Omignano, San Mauro Cilento, Pollica e Serramezzana. La