BATTIPAGLIA. TORNA IL CASO RAGO NEL MIO NUOVO LIBRO

 “a metà strada tra la ricostruzione storica (quindi asettica, cronistica) e il “libro a tesi”... tutto ciò che troverete in questo libro è realmente avvenuto, ogni riferimento a fatti e persone esistite o esistenti è tutt’altro che casuale. Sembra un romanzo, purtroppo non lo è.”

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     Lorenzo Rago, dopo essere passato per il Partito Monarchico e quello Qualunquista di Guglielmo Giannini, approda al Partito Socialista che gli permetterà di diventare primo cittadino di Battipaglia. È contitolare, con Vincenzo Gambardella, di un grosso stabilimento industriale per la trasformazione del pomodoro nel pieno centro della città e vive, con la moglie Anna Forino e il fratello di questa, nelle vicinanze a Cacciottoli, in aperta campagna. È nato nel 1908, è stato per quattro anni in America nel 1934-38 facendovi fortuna, è di famiglia latifondista e, oltre a ciò, un grosso affittuario a basso canone di terreni pubblici, che bonifica e poi sfrutta o subaffitta, divenendo su tali basi uno degli uomini più ricchi della Piana del Sele. È entrato nel ’46 nel Consiglio Comunale di Battipaglia all’opposizione, eletto con il Partito dell’Uomo Qualunque. La Giunta vincitrice, socialcomunista, dispone di 16 consiglieri su 20, ma Rago è stato in assoluto il consigliere più votato. È sceso in campo preoccupato dalla Riforma Agraria, per tutelare i propri forti interessi nel settore. Con un ribaltone, riuscirà a diventare sindaco della Giunta di sinistra nel maggio del ’48, e sarà confermato nel ‘52.

Nei giorni precedenti il rapimento le dichiarazioni parlano di un Rago molto agitato, insonne e preoccupato. Egli ormai è fortemente indebitato col fisco e vari altri creditori, mentre la sua Giunta è attraversata da una crisi strisciante che minaccia di spodestarlo.

Da una testimonianza poi ritrattata di un pastore, casuale osservatore diretto, appare conoscere i rapitori che lo bloccano poco prima delle 22.00, sulla strada del ritorno a casa in macchina, sbarrandogli la via con una grossa auto. La sua giardinetta sarà ritrovata, prima delle 24.00 della stessa sera, sul piazzale della fabbrica dal custode della stessa con luci accese, portiere aperte e senza chiave d’accensione. Putroppo una vecchia assenza del sindaco per alcuni giorni senza che avesse informato alcuno, farà perdere tempo prezioso agli inquirenti che penseranno ad una fuga voluta.

Verranno poi esaminate molte piste: delitto politico, vendetta personale, faida familiare. Lo stesso fratello, Fiorentino Rago, sarà tra i sospettati per la scomparsa. Il fatto è che Lorenzo Rago, oltre le inimicizie locali, prima tra tutte quella con l’altro grosso industriale della zona, Gabriele Garofalo, ha avuto frequentazioni camorristiche sia con Pasquale Simonetti (Pascalone ‘e Nola), sia con Vittorio Nappi (‘o studente). Caposcuola, quest’ultimo, per Raffaele Cutolo, il rinomato capo della Nuova Camorra Organizzata. Nappi è l’ispiratore della figura principale, Antonio Barracano, nella commedia di Eduardo “Il Sindaco del Rione Sanità” e protagonista, nientedimeno, che di un episodio “storico” di schiaffeggio all’ippodromo di Agnano del boss italo-americano Lucky Luciano. Prodezza questa che, molto probabilmente, gli costerà la vita oltre vent’anni dopo, nel 1978. Anche Salvatore Lucania, alias Lucky Luciano, boss estradato in Italia dall’America, avrà a che fare con il caso Rago. Gli affari principali della malavita del tempo sono il contrabbando di sigarette e la gestione dei prezzi nei mercati agricoli, aspetto questo che interessa molto il Rago produttore. Gli indizi fanno pensare che il sindaco fosse coinvolto in qualche affare illecito locale.

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