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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

· DA SICIGNANO A CONTURSI LE NUOVE FRONTIERE DEL NUOVO TURISMO NEL SALERNITANO . Fiumi, antichi castelli e acque minerali.

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    [articolo di Oreste Mottola orestemottola@gmail.com - whatsapp 334624615] Da Sicignano Degli Alburni a Contursi Terme è la frontiera nuova del turismo sostenibile italiano. Ci crede molto il Cai, il Club Alpino, che qui ha voluto una delle tappe più importanti del “Sentiero Italia”, 7638 km suddivisi in 500 tappe. Economico e salutare il trekking attrae sempre di più. E il passo lento del camminatore è l’ideale per la fruizione turistica. Il tratto di territorio che il camminatore esplorerà gli consentirà di apprezzare non solo il sentiero, ma anche la profonda ricchezza culturale e tradizionale offerta dalle montagne del nostro Paese. E da queste parti c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si va dagli echi dalla storia, con le caccie dei reali borbonici e le razzie dei briganti, Cicerone impaurito e in fuga da Roma, le passate storie horror dei castelli sicignanesi. Anche il contemporaneo è niente male: nel

EBOLI_ Dai frutteti più solidarietà ed energie pulite, in prima fila la ebolitana Dell’orto

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Solidarietà ed energie pulite. Anche i frutteti produrranno energia alternative e contribuiranno a modelli più solidali di produzione agricola. Lo sperimenta Engie, energie alternative, proprio in collaborazione con degli agricoltori della Piana del Sele con il “Frutteto ENGIE 4LIFE, in collaborazione con Biorfarm e LifeGate. Gli alberi del frutteto provengono da un'azienda agricola della Campania (Dell'Orto-Eboli, Piana del Sele di Eboli) e da due realtà pugliesi (Galante di Ginosa e Giannella di San Ferdinando di Puglia). Le tre aziende complessivamente metteranno a disposizione 5 tonnellate di frutta provenienti per il 50% dalla Campania e per il restante 50% dalla Puglia.  ENGIE, gruppo energetico mondiale, coerentemente con la propria ambizione di accelerare la transizione verso un'economia carbon neutral, lancia in collaborazione con Biorfarm e LifeGate: il frutteto ENGIE 4LIFE, partecipando al progetto Save the Farm, grazie al quale 500 alberi da frutto provenienti d

ROCCO SCOTELLARO, CINQUE ANNI DI PERMANENZA A SICIGNANO DEGLI ALBURNI

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  “ Era un buco come il mio paese. Potevo soltanto dire una cosa nuova agli amici: che da una finestra del convento avevo visto su quella rotabile [è la Statale 19,  ndr ] passare i corridori del Giro d’Italia , che non toccavano mai il nostro paese”.  E poi:  "...Sarebbe ritornato alla sua terra, alle avventure di sempre, tra i boschi e le pietre del suo paese dove avrebbe aspettato il regno della morte, solenne, come gli si doveva, con guardie gigantesche e bestie nere.."  (L’Uva Puttanella - Laterza - 1954) . di ORESTE MOTTOLA  ì Le storie di Carlo Levi e di Rocco Scotellaro hanno cominciato a scorrere in parallelo dal 1935. Carlo Levi da confinato politico arriva in Lucania, da Grassano poi passa ad Aliano. Erano gli stessi anni nei quali il dodicenne Rocco Scotellaro scopre lo studio e, come tanti, “mima” una vocazione religiosa e giunge presso i cappuccini del convento di Sicignano degli Alburni. Il Sud che si svelava nella sua ancestralità gli si parò davanti agli occh

I grandi meridionalisti, Manlio Rossi Doria l’ultimo allievo di Giustino Fortunato Di formazione internazionale. “Apprezzato a parole sono rimasto ancora una volta - come ai tempi della riforma agraria - sconfitto nei fatti”. Lavorò alla bonifica della Piana del Sele e denunciò lo scandalo Federconsorzi di Oreste Mottola

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I grandi meridionalisti, Manlio Rossi Doria l’ultimo allievo di Giustino Fortunato  Di formazione internazionale. “Apprezzato a parole sono rimasto ancora una volta - come ai tempi della riforma agraria - sconfitto nei fatti” . Lavorò alla bonifica della Piana del Sele e denunciò lo scandalo Federconsorzi  di Oreste Mottola Il Sud dell’Osso e della Polpa, il Sud dei contadini, il Sud dei suoi uomini migliori, come il giovane Rocco Scotellaro salvato dai marosi della politica politicante, ed estratto dalla sua Tricarico e mandato a Portici a studiare agraria. La “politica come mestiere” mai disgiunta da una formazione professio0nale di altissimo profilo. La recente scomparsa di Mimmo De Masi ci ha riportato alle grandi figure del meridionalismo militante. Un gigante, su questi orizzonti fu Manlio Rossi Doria, già all’interno del gruppo che gestì la bonifica idraulica e poi integrale nella Piana del Sele, degli anni Venti e Trenta del Novecento, da grande “tecnico” di note simpatie polit

Il vecchio Cilento dei pastori e dei vaccari. Quando a giovane Giulia Rocca un giorno andò via, sposando un giovane rampollo di Omignano, tosto a soldi terre ed animali. Lasciò con un palmo di naso Giovanbattista Vico, l'avvocato e filosofo dei corsi e ricorsi storici, che se ne era invaghito

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  Vatolla la giovane Giulia Rocca un giorno andò via, sposando un giovane rampollo di Omignano, tosto a soldi terre ed animali. Lasciò con un palmo di naso Giovanbattista Vico, l'avvocato e filosofo dei corsi e ricorsi storici, che se ne era invaghito Non solo alla fine del Seicento, quando il fatto avvenne, ma da sempre nel Cilento la ricchezza si contava dal bestiame posseduto. Vacche e pecore, capre ed asini, cavalli e muli. Latte e quindi formaggi, carne e salumi conservati. Reddito prodotto in casa, niente da industrie inquinanti o espansione di impieghi pubblici. Hanno scelto di chiamarsi "I nobili cilentani", Meglio  ME.NO , con un sito internet  https://nobilicilentani.com/  che dà conto del lavoro di una rete di allevatori ed esperti di zootecnia. L'ideatore è Alessandro Scassellati, ricercatore sociale che si è laureato in Scienze Politiche alla Luiss di Roma e ha ottenuto un master e un Ph.D. in Antropologia Culturale presso il Graduate Center della City Un

PIAGGINE, C'ERAVAMO TANTO AMATI. QUASI STORIE DEGLI ANNI SETTANTA

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prima parte di un lavoro ancora da completare A Piaggine ci arrivai con un bus della Sita. E un borsone con poche cose ma tante aspettative. Avrei fatto l’operaio forestale in forza a una cooperativa. Alloggio in una casa che solitamente andava agli insegnanti fuori sede del magistrale. Riccardo “il rosso”, per via dei capelli, c’era già. Il cantiere, su a Sacco, aprirà dopo qualche settimana, quel tempo che avanzava lo spendemmo per scoprire dove eravamo e quei paesi, Sacco e non solo, che mi erano sconosciuti. La vicenda di Giovanni Marini, il giovane accusato di avere avuto un ruolo da protagonista in un odioso fatto di sangue a Salerno, che tante battaglie aveva provocato a Salerno, nel capoluogo di provincia che aveva scoperto il Sessantotto che era arrivato anche nella propria università e nelle altre istituzioni. E Marini era di Sacco. Gli amici di Marini girarono tutti i nostri paesi per scrivere sui muri slogan accettabili e comprensibili: “Marini libero”, “Marini innocente”

Avalanche 1943, come americani e tedeschi evitarono di coinvolgere i templi di Paestum negli scontri più duri

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  di  Oreste Mottola  Lo sbarco dell’8 settembre del 1943 a ridosso dei templi di Paestum fu un grosso azzardo per una delle più importanti vestigia classiche. Si corse il rischio di comportarsi come gli elefanti tra le porcellane. Fu davvero un “Rischio calcolato”, come il comandante Usa Mark Clark, initolerà un suo libro di ricostruzione di quegli avvenimenti.  “Calculated Risk”, era il titolo del libro di Clark che ha raccontato questa parte di combattimenti. Clark narra delle preoccupazioni del Comando delle truppe Alleate per i templi. I piani per la battaglia ne tennero conto.   “Si comportava come se Paestum gli appartenesse”. Era il 1981 quando il professore Mario Mello, negli Usa per organizzare una grande mostra sulla città dei templi,   incontra il generale, il vecchio comandante dell’operazione Avalanche che dal 8 settembre 1943 mosse da Paestum. I templi con i loro 25 secoli di storia erano il simbolo di una civiltà che esigeva rispetto da ambo le parti. Prudenti si tenner

I morti sul lavoro, tutti settentrionali, delle operazioni di costruzione della diga sul Sele. E gli attacchi degli eserciti inglese e tedesco durante l’ultima guerra di Oreste Mottola

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  Chi ricorda i nomi dei sette minatori lombardi che negli anni Trenta persero la vita in località Castrullo, per tutti (o quasi) è nel comune di Eboli mentre in realtà è tra i comuni di Serre e Campagna. L’amnesia è   davvero  generale.  Ecco invece i loro nomi: Ignazio Bonard (Novate Milanese), Giuseppe Berra (Robechetto), Giuseppe Chiappa (Sotto il Monte), Florindo Casanova (S.Gregorio d’Alpi), Sante Corte (Valdovina), Sante Lucchina (Morbegno, Sondrio) ed Enrico Mare (Sospirolo). questi morirono mentre realizzavano i 4 km di gallerie che distribuiscono l’acqua della diga. Altri morti sul lavoro ci furono durante i complessi lavori della bonifica che durarono per altri quasi trent’anni. Di   tutti  questi , i primi   sette, una sorta di  fortuna n ella sfortuna, c’è il cippo che li ricorda, e che è in bella vista sulla diga. Il miracolo produttivo ed economico della mozzarella e delle insalate pronte e prelavate nasce grazie proprio a questa diga - traversa sul Sele, lavori svoltisi