Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

Il donchisciotte amato dalla gente .Vincenzo Lettieri, interprete autentico della fase eroica del giornalismo cilentano

Immagine
 Cominciò scrivendo del cimitero della sua Angellara senza una vera strada, di uomini che portavano al cimitero i morti in spalla faticando non poco e magari pure bestemmiandoli. Poi passò a chiedere l’illuminazione della galleria di Pattano. Migliaia di articoli pubblicati soprattutto in un giornale che viveva delle piccole offerte dei suoi lettori e dove riversava parte del suo stipendio di finanziere prima e di pensionato dopo. Gli inizi sono negli anni Cinquanta del secolo scorso. Vincenzo Lettieri, il decano dei giornalisti cilentani, è morto nei giorni scorsi all’età di novantacinque anni. Straordinarie le sue battaglie per il riscatto civile del Cilento, per la realizzazione delle infrastrutture necessarie per modernizzarlo. Io ho appreso la notizia dall’ingegnere Giuseppe De Vita, seconda professione, poeta. Peppino mi ha stimolato a ricordare quest’uomo. Poi, rovistando nella mia memoria, ho scoperto di dovergli qualcosa. “Chi era Vincenzo Lettieri? Un puro. Un innamorato dell

Castelnuovo di Conza e i suoi emigranti. Un libro

Immagine
Tina Terralavoro è l’autrice di “Castelnuovo, paese di emigranti”, appena stampato per i tipi di Valsele, l’avventurosa storia di un popolo in cammino che ha raggiunto i più remoti angoli del mondo, raccogliendo i coralli nei mari africani o costruendo e gestendo il teatro Colombia a Bogotà, un gigante da 9 mila posti. La mia recensione Nel circondario guardavano a Castelnuovo e crepavano d’invidia. Castelnuovo era il paese del caffè vero mica del surrogato imbevibile, abbondava nelle dispense anche nei tempi di guerra, i pappagalli che parlavano e Amalia la Neura, la schiava negra liberata da un emigrato e portata in paese come domestica e tata. Amelia che s’integrò tanto bene da imparare a parlare in dialetto in maniera impeccabile. San Salvador. Guadalupa, l’Africa, gli States e poi Svizzera, Germania e Belgio, dove questi pastori e contadini non misero radici. I castelnovesi si sono dispersi nei quattro “pizzi” del mondo. In una mattina d’inizio agosto 2004 la piazzetta davanti al

Michele Paradiso, l’eleganza del comunista hippy e paracadutista della Folgore

Immagine
  di ORESTE MOTTOLA Dalla Folgore alla militanza comunista. La passione dei viaggi. E il gusto della discussione aspra. Quella di  Michele   Paradiso  è stata una vita piena di passioni, non negandosi niente e onorando il suo lavoro all’interno della Cassa Rurale di Capaccio. Nei suoi sedici c’era la fiaccola olimpica di cui fu uno tedofori che accompagnò la fiaccola olimpica davanti al tempio di Nettuno con Angelo Capo, Alfredo Barattucci e Francesco Voza. Pochi mesi fa scrive direttamente su suo profilo facebook: “ Il corpo cambia,lo spirito di volare resta sempre uguale ,anzi aumenta sempre più. Si vola a 18 anni ma anche a 72 e oltre,per misurarsi con se stesso. Mai indietro,sempre avanti!”. La testardaggine del calabrese e l’apertura internazionale del pestano. Nasce in provincia di Cosenza,  Michele   Paradiso , ma è stato difficile trovare uno che sia stato più pestano di lui, cresciuto tra studiosi e turisti che venivano a conoscere la città della Magna Graecia meglio conservat

ALBANELLA. Nuovo sindaco cercansi. C'è chi ipotizza gli "stranieri": da Giovanni Santomauro ad Antonio Marra

Immagine
Ci si appella ai paesi confinanti, proponendo accorpamenti. “Vediamo se qualcuno tra Capaccio, Roccadaspide o Altavilla ci prende”. O alle “vecchie glorie” chiamate a tornare in campo, come i sempiterni Renato Josca a Carmine Aquino. Eolo Florenzano, segretario comunale in pensione e già consigliere Pci nei primi anni Ottanta, già prepara una sua lista. Bagini non ne vuol più sapere. Se non ora quando, è il momento di una donna sindaco…il nome è quello di Felicia Gaudiano, senatore dei Cinque Stelle. Primo cittadino cercansi per delle elezioni imminenti che arriveranno prima dell’estate. Storia travagliata. Nel settembre del 2021 furono le firme dei consiglieri comunali Dino Verrone, Antonella Maraio e Michele Cerruti (tutti di provenienza socialista e della maggioranza) unite a quelle di Paola Zunno, Renato Josca, Pasquale Mirarchi e Chiara Aufiero (dell’opposizione) a far cadere l’amministrazione comunale allora guidata dal sindaco Rosolino Bagini. Molto travagliato fu il “sindacato”

I paesani indolenti fanno morire i piccoli borghi

Immagine
Un'amara riflessione dallo scrittore Franco Arminio   di Franco Armini o | il Fatto Quotidiano 12 gennaio 2019 Bisogna arieggiare i paesi portando persone da fuori. I paesi non si fanno cambiare, non credono al bene, sono troppo abituati alla sconfitta, non credono ad altro. Ho detto più volte che nei paesi i soggetti più attivi sono gli scoraggiatori militanti. Hanno un’insolenza che non si dà tregue. Non ti puoi illudere di essere risparmiato. Più fai qualcosa per il paese e più diventi un problema. Sei una persona sospetta. Il paese resiste quando vuoi salvarlo. Gli piace stare con la trave sulla pancia. Ma la mia idea è che non bisogna arrendersi, anzi la mia idea è che bisogna tornare e ingaggiare una battaglia con gli scoraggiatori. Per prima cosa quando qualcuno parla male di un tuo amico tu devi andare via, non devi dare nessuno spazio alla maldicenza. Bisogna isolare i maldicenti, fargli sentire che sono squallidi, che non meritano nessun ascolto. E bisogna assolutamente p

«In Cilento resistono i lupi e le persone» Documentari. Il regista Andrea D’Ambrosio sulle tracce degli animali selvatici con Marco Galaverni del Wwf tra i monti a sud di Salerno. Un docu-film sull’ambiente, i paesi che si spopolano e chi non si arrende alla modernità. «Una metafora del sud che prova a rinascere»

Immagine
  Cilento, dove resistono i lupi e le persone Documentari.  Il regista Andrea D’Ambrosio sulle tracce degli animali selvatici con Marco Galaverni del Wwf tra i monti a sud di Salerno. Un docu-film sull’ambiente, i paesi che si spopolano e chi non si arrende alla modernità. «Una metafora del sud che prova a rinascere» Angelo Mastrandrea EDIZIONE DEL 06.01.2022 Le cronache dalle montagne del Cilento hanno spesso come protagonisti i lupi. A gennaio scorso, hanno fatto il giro del web le immagini, catturate di nascosto da un giovane del posto, di tre lupi a spasso sulle montagne di Cannalonga. A febbraio, una fototrappola messa da alcuni pastori tra i boschi del monte Bulgheria ne ha ripreso uno che azzannava una mucca. A giugno, un altro esemplare è stato visto aggirarsi tra le strade di Pollica come un vacanziere qualsiasi. Si legge di intere greggi sbranate e avvistamenti anche in pieno giorno. Andrea D’Ambrosio, che in Cilento è nato e con il quale conserva un legame affettivo, proprio

Il personaggio: Don Ulderico Buonafine - 1 (Che quante ne pensava ne faceva)

Immagine
di Oreste Mottola Parte I - Chi era Di lui si disse che ne faceva e ne sapeva una più del Diavolo. Amava descriversi così: "per me ci vuole nu chianchiere (macellaio, ndr) buono per tirarne mezzo chilo di carne". Era una pertica: alto, snello e con il corredo di un curato paio di baffi. Tutto muscoli, intelligenza e voglia di vivere alla grande. Lo sguardo era severo, quasi dolente, da cui traspariva un'ombra d’interiore austerità antica. Sempre educato e discreto, di carattere gioviale, non alzava mai la voce. D’andatura lesta e felpata, indossava sempre un'elegante giacca a quadri e sopra, d'inverno, un cappottone nero che gli dava un aspetto che era per alcuni, da galeotto appena evaso, per altri, invece, da artista raffinato. Gentiluomo all'antica, con il vezzo di portare all'occhiello della giacca, un bottone scuro che sotto portava scritto la frase: fatevi i cazzi vostri ed era sempre pronto a mostrarlo al malcapitato che gli rivolgeva una domanda im

PASSO' PER PAESTUM LA VIA DELLA SALVEZZA DEI GIOVANI EBREI

Immagine
  di  ORESTE MOTTOLA   orestemottola@gmail. com Costò tre giorni di prigione nella caserma dei carabinieri di Capaccio il passaggio per Paestum dell’espatrio in Israele degli ebrei sopravvissuti allo sterminio nazista. “Cinquanta ragazzi fece imbarcare Ada Sereni con il gruppo di Aliàh Bet arrivò il 17 settembre del 1947. Furono le piste di atterraggio che gli americani avevano creato per rendere più agevole il loro sbarco dell’8 settembre 1943 ad incuriosire gli uomini e le donne del nascente stato di Israele che organizzavano i viaggi clandestini dei sopravvissuti dai lager tedeschi. “Notammo l’aviopista di Seliano passando dal mare”, raccontava la Sereni. Non c’era la pineta e dal litorale si vedeva tutta la zona intorno ai templi. La circostanza fondamentale era anche quella che arrivare da queste parti e fingersi turisti interessati all’archeologia era un’ottima copertura per sfuggire alla repressione feroce degli inglesi . La Sereni, che tutti abbiamo conosciuto per lo sceneggiat