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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Storie nella stazione di Paestum. Se nella notte pestana un viaggiatore In onore di Sergio Vecchio e Michele Paradiso

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Stazione di Paestum, veduta panoramica  di Oreste Mottola "La Stazione ha scritto la storia di questi nostri paesi. Ci sembrava di vivere come nel West o meglio ancora in un bel film d'avventura. Non ci annoiavamo tra i contrabbandieri, gli Indiana Jones, simpatici imbroglioni che arrivavano dal napoletano, i più grandi archeologi del tempo, Maiuri e Sestieri, Zanotti Bianco e Napoli. O un folksinger ai suoi primi tentativi come Otello Profazio, le sartine che venivano a piedi da Agropoli, le belle ragazze tedesche che facevano sognare e i ragazzi del nord Europa che poi sono diventati presidenti della Repubblica tedesca", così Michele Paradiso, figlio di "don Nicola", storico capostazione dal cuore grande, che pagava di tasca sua gli abbonamenti ad alcuni ragazzi che andavano a scuola ad Agropoli, e di Irma, che offriva un caffè a tutti, racconta gli anni Cinquanta e Sessanta vissuti tra Porta Sirena, la Cirio e l'area degli scavi che era tutta aperta e ci

ALTAVILLA. PAESE DI CANTI E MUSICA. LA STORIA DEL NOSTRO "INNO"

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L’inno paesano del professore Giuseppe Sacco resiste alla sfida del tempo grazie a Iolanda Delli Paoli. “Altavilla, Altavilla/ Paese di canti e musica/ Ti vede illuminata il marinaio/ Ti ammira verso il cielo la pianura/ Chi ha incontrato in te/ Un grande amore/ Non lo può scordare/ E star lontano” Una delle tante "formazioni" della banda musicale altavillese Nel 1955 cosi recitava la canzone prima classificata al I festival della canzone altavillese. Scritta dal veterinario Sacco e musicata dal maestro Alessandro Di Verniere, la canzone ebbe subita un gran successo e fu cantata da tutti gli altavillesi e divenne il simbolo della piccola cittadina. Recentemente dal gruppo”Altavilla viva in Brasile” sotto la presidenza del nostro concittadino Ezio Marra,la canzone è stata registrata da una cantante professionista, la cilentana Iolanda Delli Paoli, ed è diventato l’inno ufficiale dell’Associazione. Sotto l’egida dell’azione cattolica, viene organizzata anche nel nostro paese i

Paestum e l'arte contemporanea Tela di Sergio Vecchio donata al Museo

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        Non sono solo le collezioni di materiali archeologici del Parco di  Paestum  a crescere in continuazione: di recente, anche sul versante dell'arte contemporanea, si registra qualche nuova acquisizione. Dopo l'allestimento dell'opera di Carlo Alfano "Tempi prospettici",  vis-à-vis  con la Tomba del  Tuffatore , avvenuta nel 1976, per decenni è successo poco o niente. Anzi, già nel 1985, Sergio Vecchio (1947-2018), artista, scrittore e fondatore di un  Archivio-Laboratorio  su  Paestum , ricorda nel suo diario un incontro con Alfano, suo maestro, durante il quale non ebbe ‘il coraggio di dirgli che la sua opera era in stato di abbandono’. Ora è un dipinto dello stesso Sergio Vecchio ad entrare nel patrimonio del Museo di  Paestum . Per volontà della moglie Bruna Alfieri e dei figli Viviana e Marco, è stata donata all'istituto diretto da Gabriel Zuchtriegel una tela dal titolo ‘L'attesa’, realizzata nell'anno 2015. “Sono felicissima di regalare al

STORIE DEL SELE Mare e fiume, storia e monumenti, archeologia e sapori. La moderna fortuna turistica della Piana del Sele

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di Oreste Mottola  Mare e fiume, storia e monumenti, archeologia e sapori. La moderna fortuna turistica della Piana del Sele nasce dall'intreccio con questi diversi elementi. Ci fu un tempo, che è durato fino a che non è stata aperta al traffico l'autostrada, che tutte le strade portarono per i contadi sparsi della Piana del Sele. I viaggi erano lunghi e così c'era il tempo di dare uno sguardo qui e là. Così, sia che il re volesse andare a Persano o verso le altre regioni meridionali, o la migliore gioventù italiana ed europea dovesse adempiere il "precetto" di vedere di persona le vestigia classiche della Magna Grecia, era d'obbligo transitare e trattenersi per queste terre. Ai lati di quelle strade si trovavano appostati macilenti bufalari e briganti agguerriti, i primi erano lì solo per vendere, ai viaggiatori nelle carrozze, la "provatura" del formaggio di bufala e guadagnarsi, in modo onesto, qualche soldo. Fu così che teste coronate, cortigian

PAESTUM. Anna De Santis e lo sbarco dei marines piccola storia di una fotografia

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  La bimba del celebre scatto pubblicato su Life: «Quella in braccio al soldato americano sono io» Il celebre scatto di George Rodger: Anna De  Santis  tra i soldati Usa CAPACCIO- Piccola storia di una fotografia. All'alba del 9 settembre del '43 sulle spiagge di Paestum per primi toccarono terra i marines americani. E proprio da quel posto George Rodger, famoso fotografo freelance inglese, riprese per «Life» le fasi decisive dello Sbarco. Appena dopo la pubblicazione, l'immagine della torre medioevale diventò negli Stati Uniti il simbolo dell'avanzata alleata in Italia. Per l'opinione pubblica delle democrazie occidentali, l'operazione Avalanche (valanga) era cominciata sotto buoni auspici. Qualche anno fa ritornati a Torre in cerca di documenti e immagini sullo sbarco, nel negozio del signor Enrico  Bisantis  abbiamo incontrato una signora che teneva amorevolmente in mano come un cimelio una vecchia fotografia incorniciata. In un primo momento la scena non ci

RISTAMPA ANASTATICA DELLA "COLLINA DEGLI ULIVI" il libro del 1992 su Altavilla Silentina - la nuova prefazione

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di Oreste Mottola  Il libro - guida "La collina degli Ulivi" ?  Oggi mi sento dire che si tratta di u na scommessa vint a . All’epoca  della sua ideazione e poi scrittura , fine anni Ottanta, non  m i apparve così. "Per poco più di un anno una ventina di ragionieri, maestre, periti industriali e quattro laureati (scienze politiche, giurisprudenza, pedagogia e veterinaria) si sono cimentati con la storia, l'arte e l'economia di Altavilla Silentina. L'originalità dell'approccio - scrivevamo nel 1992 - ci sembra che possa prevalere su qualche improvvisazione" .  Dimostravo sicuramente ottimismo a essere buoni , ero giovane anch’io. Le improvvisazioni  furono più d'una. Con i miei articoli giornalistici tentai di nobilitare , ma non manipolare,   il tutto. Il risultato finale fu abbastanza apprezzato,  sicuramente per ché fresco ed originale. I redattori, selezionati inizialmente burocraticamente dal collocamento del tempo, furono organizzati e coord