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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

I VERI SCRITTORI? SONO I GIORNALISTI

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  Dissipatio  L'altra faccia dell'Intellettuale Dissidente Attraverso questa vasta e variegata e parziale antologia si vuole celebrare un concetto semplice fino alla crudeltà. Il ‘canone’ del Novecento italiano è fatto da giornalisti-scrittori. O meglio. Da scrittori che hanno esercitato il giornalismo.  I quotidiani sono stati la palestra dei letterati di talento, che in redazione hanno imparato il pregio del fango, il genio della rapidità narrativa, della riflessione arguta, della rapina retorica.  Hanno imparato, cioè, che esiste (anche) un lettore. I casi canonici sono noti: Dino Buzzati; Pier Paolo Pasolini; Giovanni Arpino; Ennio Flaiano; Gianni Brera. Gli altri fondano la nostra biblioteca: Guido Piovene, Goffredo Parise, Mario Soldati, Enzo Bettiza... Tutti – per lo più, ricchi di idee e poveri di soldi – hanno praticato l’arte più antica del mondo pur di campare. Il giornalismo insegnava umiltà, senso creativo, obbedienza alla forma. Oggi, sbracato, vale, letterariamen

Agropoli: storie di santi, delle loro maledizioni e delle libere donne agropolitane

Le donne di Agropoli “vestite di rosso” colpirono finanche il giornalista – poeta Giuseppe Ungaretti che nella primavera del 1932 fu da queste parti per scriverne sul “Corriere della Sera”. Onore al merito, allora.  La scrittrice francese Marguerite Yourcenar proprio nel Castello agropolese fa abitare alcuni suoi personaggi femminili. Questione diversa è una certa rusticità di carattere, residuo del lungo passato saraceno, del quale si è sempre favoleggiato e giocato nei territori circostanti, dove il bisogno di mettere “marchi” sulle varie comunità mai ci ha fatto difetto in fantasia. Tutto avrebbe inizio da Agropoli terra di Santi incompresi e che avrebbero reagito “gettando” maledizioni.  Si comincia da San Francesco. Il frate d'Assisi arrivò di ritorno dal suo viaggio in Oriente, il lunedì di Pasqua del 1222. Il fraticello non fu accolto bene, i locali che lo cacciarono via, costringendolo a predicare da uno scoglio ai pesci e agli altri animali. E uno.  Nel 61 d.c. c’era già p