Il vecchio Cilento dei pastori e dei vaccari. Quando a giovane Giulia Rocca un giorno andò via, sposando un giovane rampollo di Omignano, tosto a soldi terre ed animali. Lasciò con un palmo di naso Giovanbattista Vico, l'avvocato e filosofo dei corsi e ricorsi storici, che se ne era invaghito


 


Vatolla la giovane Giulia Rocca un giorno andò via, sposando un giovane rampollo di Omignano, tosto a soldi terre ed animali. Lasciò con un palmo di naso Giovanbattista Vico, l'avvocato e filosofo dei corsi e ricorsi storici, che se ne era invaghito Non solo alla fine del Seicento, quando il fatto avvenne, ma da sempre nel Cilento la ricchezza si contava dal bestiame posseduto. Vacche e pecore, capre ed asini, cavalli e muli. Latte e quindi formaggi, carne e salumi conservati. Reddito prodotto in casa, niente da industrie inquinanti o espansione di impieghi pubblici. Hanno scelto di chiamarsi "I nobili cilentani", Meglio ME.NO, con un sito internet https://nobilicilentani.com/ che dà conto del lavoro di una rete di allevatori ed esperti di zootecnia. L'ideatore è Alessandro Scassellati, ricercatore sociale che si è laureato in Scienze Politiche alla Luiss di Roma e ha ottenuto un master e un Ph.D. in Antropologia Culturale presso il Graduate Center della City University of New York . Con Scassellati ci sono economisti ed agronomi, e soprattutto loro, gli ultimi bovari e pastori del Cilento. Partner del progetto sono la comunità montana Bussento-Lambro e Mingardo (capofila) e vari dipartimento universitari tra Napoli e Salerno. Come diceva, soprattutto agricoltori in prima fila. Si scambiano esperienze e fanno rete. Si comincia da Biagio Fedullo, cinquantenne di Casalvelino, pieno di energia, interesse e curiosità, sempre alla ricerca di buone pratiche e di esperienze esemplari in campo agricolo sia in Campania sia nel resto d’Italia. 



"Cicco di Buono" è una piccola azienda familiare guidata da Adolfo Valiante e si trova a San Nicola di Caprioli (Pisciotta). Ha un centinaio di capre ibride, una decina di mucche ibride, alleva maiali. Pratica il pascolo e l’autoproduzione del cibo degli animali. Ha un laboratorio per la caseificazione e produce cacioricotta (presidio Slow Food), mozzarella nella mortella, caciocavalli a varie stagionature. Filomena Merola è di Montano Antilia. Ha circa 100 capre Saanen/camosciate allevate in stalla e al pascolo. Ha un laboratorio e produce cacioricotta (Presidio Slow Food) nel laboratorio aziendale, confetture e marmellate con prodotti vegetali autoctoni e biologici così come il fieno. Rimaniamo nella piccola Montano Antilia con Annamaria e Settimio Forte di Massicelle. Allevano una circa 50 di maiali all’anno allo stato semi-brado. Hanno un laboratorio per la lavorazione della carne. Vendono carne fresca e producono insaccati (soppressate, salami, salsicce, capocolli, pancette, prosciutti, ecc.) senza l’uso di nitrati e altri conservanti di sintesi. Facciamo un salto a Caselle in Pittari ed eccoci da "Loguercio", guidata da Antonio. Ha oltre 260 capre cilentane e 30 mucche jersey. Tutto il bestiame viene allevato al pascolo e con integrazioni autoprodotte (mais, avena, erba medica). L’azienda vende capretti e capre a fine carriera. Produce caciocavallo, cacioricotta e altri formaggi freschi e stagionati. Ha in progetto di realizzare il proprio laboratorio aziendale per la lavorazione e trasformazione del latte. A Caselle c'è anche"Pesce" , guidata da Antonella e da suo padre Angelo. Hanno circa 100 capre cilentane allevate al pascolo in 40-50 ettari di fida pascolo. Altri 5/6 ettari di proprietà sono coltivati a seminativo, ortive, vigneto/oliveto. Attualmente produce e vende latte e carne. A Futani Mario Notaroberto produce uva da vino e vino di qualità. Alleva asini a servizio dell’agriturismo e galline ovaiole allo stato semibrado per rifornire di uova il mercato locale. Brandi a Morigerati vende latte e carne. Giovanni Lovisi a Casaletto Spartano. Alleva al pascolo pecore bagnolesi e cilentane.

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