ALTAVILLA. IL PAESE PIU’ IMPORTANTE DELLA PIANA DEL SELE



Oreste Mottola (*)
Parliamoci chiaro, a me dispiace, e anche molto. Sì, il paese più importante della Piana del Sele non è il mio: Altavilla Silentina. Intanto perché c’è scritto “città” sul gonfalone e sugli atti ufficiali. Rimaniamo un paese – comunità, e questo ci piace anche. Sì i numeri, le economie, le conurbazioni urbane portano altrove. Eboli, Battipaglia e Capaccio, tanto per fare dei nomi. La città ci arriva ad abbracciare. Restando relativamente lontana. A difenderci c’è Persano: militari, un palazzo reale, strutture di archeologia storica e poi alcune unità tra le più moderne e operative della difesa italiana ma usate anche dalla Nato. Anche il fiume Sele sta lì a difenderci dalla città che preme alle nostre porte. Le guardiamo dall’alto di “quota 424” le cittadine che sognano di conquistarci. Noi però possiamo volgere lo sguardo anche all’indietro verso quella Valle del Calore e degli Alburni che s’infrange verso monte Cervati, poco meno di duemila metri di altitudine, la vetta della Campania. Sì, Altavilla ha una varietà di genti, panorami e storie. A una prima visita qualcosa si percepisce ma occorre un ritorno e gli accompagnatori – narratori giusti. Il mezzo più giusto per muoversi al suo interno è proprio la bicicletta. Ve l’assicuro, le scoperte che potrete fare sono spiazzanti! Occorre cambiare angolazione, scegliendo quella del cuore e delle passioni, della storia collettiva e individuale, dei briganti e dei baroni di una volta , della gente che lavora e vive con poco, artisti e musicisti, mi dispiace per voi, o miei vicini o altezzosi ebolitani, ma il paese più significativo trae origine da quelle case addossate sulla collina piena di ulivi che poi discende per altre collinette, il fiume e la pianura. Sì, proprio Altavilla Silentina. Il paese degli inventori e degli sportivi. Qui si tenne una delle battaglie più importanti (questa no, potendo ne avremmo fatto a meno) della Seconda Guerra Mondiale. A me poi – pur tendendo al prendermela con calma - piacciono quegli spiritelli pieni d’iniziativa che sotto ai tuoi occhi, e senza far rumore, s’inventano una banca, un’azienda che strappa a Battipaglia il marchio delle mozzarelle più buone. E quegli altri che sono venuti da più lontano a costruire altre aziende, dinasty professionali e tanto altro. E come un vero altavillese è abituato a fare: pedala, lavora, semina e aspetta il suo premio. E non se la prende se non sente gli hurrà e gli applausi. Un vecchio e arguto tabaccaio ci fece conoscere le vera poesia, quella che sgorga dal cuore! Di questi “faber” ne ho due di loro davanti ai miei occhi: Vincenzo Mordente che con tanta energia e inventiva, si è inventato questo giro ciclistico della Piana del Sele, che – meraviglia delle meraviglie – ha superato l’edizione numero venti e si pone l’obiettivo di doppiarsi, vista anche il “motorino” che lo alimenta. Poi c’è il sindaco, quell’Antonio Marra, che in un decennio sta rivoluzionando uno dei paesi più conservatori del circondario. I suoi comizi sono seguitissimi perché poi le cose che dice le farà, nessuna politica politicante. Poi ci sono le associazioni dei volontari, si va dalla Protezione Civile, agli anziani e agli ex carabinieri. Sorprendono un gruppo di giovani ragazzi che costruiscono spettacoli che attingono dal repertorio del teatro classico reso attuale. Veniteci allora, in questa nostra Altavilla!
Se passate per l’autostrada e dopo Pontecagnano e vi vien voglia dei kolossal dell’architettura di una volta, i templi, o di mozzarelle. Non cercate subito la risposta più ovvia, Paestum o Battipaglia. Vi arriverete comunque ma, ma dalla Statale 18, cercate la rotatoria più grande, Santa Cecilia, e presa la direzione Eboli, dopo qualche chilometro, quando vedete le inconfondibili forme delle fabbriche degli anni Trenta, scegliete di dirigervi verso Altavilla Silentina. Un’altra rotatoria, assai più piccola, e siccome non avrete il “pass” per inoltrarvi nella zona militare, per il momento dovrete rinunciare al piccolo, ma non tanto “Palazzo Reale” vanvitelliano di Persano con l’immersione in una piccola cittadina dal chiaro sapore settecentesco con gli orologi pubblici che sono delle meridiane solari. Oltrepassata Borgo Carillia, mezzo secolo di storia agroindustriale vivacissima, il primo tempio (l’oggetto della nostra ricerca), è interamente dedicato alla mozzarella. Grandi mura in cemento lo separano dalla strada, l’ingresso è ben segnalato, e una cartellonistica degna del più accorsato centro commerciale, già vi ha avvertito su come si chiama: “A muzzarella doc La Contadina”. Se chiedete a qualcuno, ma nessuno lo fa più nell’era dei navigatori satellitari, chiedete più o meno così “Addò don Alfonso Di Masi”, è il nome dell’ideatore di questa cittadella della mozzarella, ma anche dell’architetto che ha progettato la struttura. E dal cognome Di Masi sono legate le origini di tutti gli altri caseifici locali e l’influenza si estende anche alla vicina Serre. Che dire del nuovo complesso alberghiero “l’Araba Fenice” che dà punti finanche al più blasonato Savoy, dal punto di vista dell’abbondanza dei volumi costruiti e delle forme. Visti i templi dedicati alla mozzarella – con acquisti di grandi quantità a prezzi abbordabili e genuinità garantita - e all’architettura del moderno neoclassicismo con vista sul più grande allevamento di bufale all’aperto d’Italia, ovvero l’intera Altavilla Silentina – in stanze da sogno e ottimo rapporto qualità – prezzo, dirigetevi verso la vicina Matinella e poi Paestum, off course. Archiviata questione templi, passiamo al resto. Mettiamo che siete due amanti più o meno clandestini o solo in cerca di tranquillità e privacy, Altavilla è proprio ciò che fa al caso vostro. Tra agriturismi e b&b dispersi in quasi 60 chilometri quadrati di territorio non c’è localizzatore satellitare che tenga! Anche qui i prezzi sono abbordabili e la cucina molto casalinga con gli ingredienti a chilometro zero! Bello anche il parco pubblico (ma nascosto ai più) della Foresta, dove di atmosfere romantiche ne troverete a profusione. Se avete interessi cultural religiosi presso la chiesa di San Biagio c’è una reliquia, nelle altre chiese ci sono finanche affreschi di Solimena e di Nicola Peccheneda e nel Sali e tabacchi ora dei Di Sarli è stato scritto il più famoso libro su Altavilla. Non sono mai riuscito a determinare dove fosse “la Coria”, un tunnel che porterebbe diritto all’inferno. Di ciò – pur trovandosi traccia nella letteratura storica altavillese – io non ne sono convinto… perché più vado avanti con l’età e più mi convinco che il mio paese, nonostante tutto, è quanto di più vicino al paradiso ci sia… Altavilla, è il paese più importante della Piana del Sele. Vittoria acquisita sul campo!
* giornalista, è autore di pubblicazioni attinenti alla provincia salernitana e cultore non convenzionale della storia del suo paese

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