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VANNULO PAESTUM. Tonino Palmieri il cavaliere del lavoro che non volle andare andare a fare il deputato

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  Rifiutò di andare a Roma a fare il deputato, Palmieri.Il compagno di scuola  Clemente Mastella,quando poteva questo ed altro, glielo chiese più volte. “La mozzarella è la prova dell’esistenza di Dio”, come scrisse una volta la scrittrice Dacia Maraini, dopo che fu ospite di casa Vannullo. Tante volte gli hanno chiesto di candidarsi a sindaco nella città dei templi. Tonino, come lo chiamano gli amici, ha sempre tenuto duro. Nella sua scala delle proprietà in testa c’è l’azienda e la famiglia.  Il neo cavaliere di del lavoro Antonio Palmieri, ha sempre fatto della sua presenza a Vannulo, che è una località di Capaccio, un punto di forza. Tutto cominciò da una storia di transumanza, il nonno giovane pastorello proveniente da Piaggine trova lavoro da agricoltori benestanti della pianura pestana, vi impianta la sua famiglia e non fa più ritorno alle falde del monte Cervati. Tempi assai duri si vivevano allora intorno ai tempi con storie da vero Far West. Il giovane Antonio è da sempre int

ORESTE MOTTOLA. “ Non sei mai fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”, l'originale disamina di Gerardina Nigro .

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“ Non sei mai fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”  . Alessandro Baricco, da "Novecento"   Prima di parlarvi dell’autore, del giornalista e scrittore Oreste Mottola,  mi presento , per fare subito chiarezza con i presenti. La locandina della presentazione del libro presso il "persano Country Club", con relazione della dottoressa Gerardina Nigro. Di seguito larghi tratti del suo intervento Vi dico ciò che non sono: non sono una storica, non sono una giornalista, non sono scrittrice, pertanto non  sono un’esperta del settore ,    svolgo  un lavoro amministrativo, segretario comunale;  quindi il mio è un intervento amicale, da lettrice.  Sicuramente fra il pubblico vi sono persone più erudite di me sugli argomenti trattati da Oreste Mottola, con maggiore conoscenza dei fatti storici e del territorio. Mi è stato chiesto di dare il mio contributo a questo incontro e lo faccio con piacere, perché pur essendo vissuta per du

OTTO ANNI FA. CRONACA DI UNA VISITA NON SCONTATA NELLE GROTTE DI CASTELCIVITA

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“Mettiamoci in fila indiana” suggerisce la guida. “E facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi”. Più andiamo avanti e l’aria è sempre più rarefatta ed anche le voci ci tornano ovattate. Il nostro respiro alimenta folate di vapore, come se fossimo nell’inverno più freddo. Non sappiamo a quanti metri sotto la roccia stiamo camminando. Ma andiamo avanti spediti. Quante storie ci scorrono nella mente in questi antri che portano a risalire la grande montagna carsica degli Alburni. All’inizio, nella notte dei tempi, erano le lotte per contendersi la possibilità di vivere nella grotta fra gli uomini e gli orsi, seguirono quelle fra i pipistrelli e l’uomo cavernicolo, in ultimo arrivarono i carri armati nascosti dai tedeschi durante l’ultima guerra mondiale, quelli che salivano fin sul valico di Camerine e sparavano giù verso Paestum. In mezzo ci sono briganti con i loro tesori. Li elenco in ultimo perché tanti li hanno vagheggiati e nessuno li ha ma mai trovati. Ancora più in coda Spartaco

QUANTO CI MANCA OGGI ROCCO SCOTELLARO di Donato Santimone

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  "Sollecitato da Oreste in queste settimane sono andato a recuperare memoria, libri, riflessioni su Rocco Scotellaro. Ho scoperto Rocco Scotellaro attraverso l’Arci negli anni ’80 prima del terremoto. L’Arci di allora era nel cuore del centro storico guidata da quel vulcano che e’ ancora oggi Tonino Gasparro. Per tanti di noi ci si avvicinava alla politica attraverso il cinema, l’arte, le radio allora libere, lo sport. Il circolo Rocco Scotellaro a Eboli era tutto questo. Il nome mi solleticava per me cresciuto nei primi ragionamenti sul meridionalismo attraverso Carlo Levi.  Chi era Rocco Scotellaro al quale intitolare addirittura la sede principale del circolo Arci di Eboli?La ricerca, il confronto  con quelli con cui avevi piu’ assonanza e poi le letture  mi fecero scoprire un autore, un politico, un uomo che per questa nostra terra e per la piana ha lasciato un segno ancora piu’ marcato e indelebile rispetto allo stesso Levi. La poesia , l’arte che diventano azione. Sempre nu

"IO E ROCCO". Proposta di Antonio Gasparro: "Ricordare il centenario della nascita di Scotellaro con una marcia Eboli - Tricarico"

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Il professore Antonio Gasparro  Rocco Scotellaro è il "rosso" ritratto al centro di questo celebre dipinto di Carlo Levi    [Oreste Mottola] L’anno prossimo 2023, ne ricorrerà il centenario dalla nascita (1923) ed i 70 anni dalla morte (1953). “Eboli” per Rocco Scotellaro è innanzitutto il “Cristo” di Levi ma prima ancora era la cittadina che vedeva dal convento di Sicignano  dove, era il 1935, approda da ragazzino per studiare. Eboli sarà anche i giovani studenti formatisi al glorioso Istituto Tecnico Agrario, iscritti alla facoltà di Agraria, che dal 1950 in poi trova a Portici e con molti dei quali (alcuni nomi: Gigino Farricella e Carlo Cupo) ritrova interessi comuni e ne apprezza la qualità della formazione già ricevuta. Sarà uno di loro (Carlo Cupo?) ad interessarlo alla realtà dell’allevamento bufalino considerata allora quasi una curiosità di antropologia culturale, un fattore di arretratezza del territorio, e non una realtà produttiva. Durante una passeggiata da Ebo