VANNULO PAESTUM. Tonino Palmieri il cavaliere del lavoro che non volle andare andare a fare il deputato








 

Rifiutò di andare a Roma a fare il deputato, Palmieri.Il compagno di scuola  Clemente Mastella,quando poteva questo ed altro, glielo chiese più volte. “La mozzarella è la prova dell’esistenza di Dio”, come scrisse una volta la scrittrice Dacia Maraini, dopo che fu ospite di casa Vannullo. Tante volte gli hanno chiesto di candidarsi a sindaco nella città dei templi. Tonino, come lo chiamano gli amici, ha sempre tenuto duro. Nella sua scala delle proprietà in testa c’è l’azienda e la famiglia.  Il neo cavaliere di del lavoro Antonio Palmieri, ha sempre fatto della sua presenza a Vannulo, che è una località di Capaccio, un punto di forza. Tutto cominciò da una storia di transumanza, il nonno giovane pastorello proveniente da Piaggine trova lavoro da agricoltori benestanti della pianura pestana, vi impianta la sua famiglia e non fa più ritorno alle falde del monte Cervati. Tempi assai duri si vivevano allora intorno ai tempi con storie da vero Far West. Il giovane Antonio è da sempre interessato all’allevamento e studia ad Eboli, sulla collina di S.Antonio, presso il secolare istituto agrario. Il padre muore giovane e tocca a lui condurre l’azienda bufalina di famiglia. Intuisce subito due cose, che converrebbe trasformare il latte con un proprio caseificio e vendere ai turisti che visitano i templi e ai tanti villeggianti delle bollenti estati pestane. L’attività di trasformazione si connota subito per il recupero di tecniche assai tradizionali che generano una qualità assai alta. Anche altri allevatori fanno le stesse scelte, ma si fanno trasportare verso dimensioni industriali che massificano il prodotto. Altra intuizione di Palmieri, un po’ casuale e un po’ voluta, è quello dei vip. Clemente Mastella, Emilio Fede e Diego Della Valle diventano i suoi “pubblicitari”. La scopriranno Montezemolo e la Fenech, è sulla tavola di casa Berlusconi. A Roma il prodotto arriva per canali informali, il consumatore dovrà arrivare fino a Vannulo, ed anche ben presto, perchè capita spesso che alle 10 di mattina - nonostante il prezzo mediamente più alto - non se ne trovi più. C’è un’altra novità, la produzione di yogurt con il latte di bufala, e i villeggianti che transitano per la Statale 18 Tirrenica verso il Cilento, prenderanno letteralmente d’assalto la “Tenuta Vannulo”.  "Noi - spiega - lavoriamo esclusivamente il latte prodotto dall'azienda e vendiamo i prodotti solo al dettaglio. La gente ci conosce e si fida".  Nel successo imprenditoriale c’è però anche il suo stile da antico farmer, un po’ Omar Sharif , John Wayne e Gianni Agnelli. A Capaccio finora Palmieri era “il presidente” per via dei suoi incarichi alla Cassa Rurale ed al consorzio di Bonifica. Da oggi in poi sarà “il Cavaliere”. Così ha voluto Mattarella.           

E' LA MIGLIORE

La migliore mozzarella di bufala è quella del salernitano. Lo ha stabilito il” Mozzarella Championship 2021 - Bufale in tavola", una sorta di campionato delle migliori mozzarelle di bufala. In questa edizione 2021vince il caseificio Tenuta Vannulo di Capaccio Paestum. Al lavoro una giuria 19 giornalisti specializzati, i quali, in completo anonimato, hanno assaggiato le mozzarelle decretando le graduatorie finali, al termine di una maratona iniziata lo scorso settembre con la selezione di cento caseifici, divisi in dop e non dop. Le finali si sono svolte presso Palazzo Petrucci a Napoli, dopo che i campioni di mozzarella sono stati acquistati direttamente presso i caseifici, degustati in abbinamento ai vini bianchi del Sannio: Greco, Coda di Volpe, Fiano e Falanghina del Sannio dop.
Nella categoria non dop, trionfo annunciato per la Tenuta Vannulo, da sempre simbolo di eccellenza e massimo termine di paragone per gli esperti della mozzarella di bufala di Paestum in tutto il mondo, che in finale ha battuto il caseificio Granatore di Palmi. L’azienda Don Peppe Diana di Castel Volturno, invece, al termine di una sfida molto indecisa fino all’ultimo bocconcino, ha vinto nella categoria dop davanti al Caseificio Jemma di Battipaglia.
Da sempre Vannulo non partecipa al consorzio di tutela della Dop, per una scelta aziendale. “La qualità è quella percepita dai consumatori e non dipende da un marchio pubblico, per altro a pagamento”, dicono in azienda. Il patron, Antonio Palmieri, quest’anno è stato nominato come Cavaliere del Lavoro. Con l’arrivo della bella stagione, riparte il consumo del latticino più amato dagli Italiani che registra una crescita costante sulle tavole dei ristoranti, delle pizzerie e dei consumatori finali.
Per la prima volta c’è un confronto basato sulla qualità organolettiche della mozzarella. Siamo di fronte ad un prodotto artigianale e che la qualità può subire modifiche per via del latte di bufala che arriva da tanti piccoli allevamenti e dalla lavorazione nel caseificio dove l’elemento umano ancora prevale sulle macchine. Il termine deriva dal verbo “mozzare”, ossia l’operazione che ancora oggi è praticata in tutti i caseifici, che consiste nello spezzare a mano la mozzarella, dandole la forma tipica, ossia quella tondeggiante.

I Palmieri, proprietari di Vannulo



 

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