SCOMPARE SCULTORE SARDO ALTAVILLESE. Gelsomino Casula non è più tra noi

 CIAO GELSOMINO. Addio Gelsomino. Purtroppo questa mattina ci ha raggiunti una notizia che mai avremmo voluto si concretizzasse. Lo scultore Casula non è più tra noi. Gelsomino Casula, a dispetto del suo nome, era un uomo forte e determinato, un artista che sapeva cambiare il profilo della pietra con la forza delle sue mani, perché amava dire a tutti che per “fare arte” bastava ascoltare il creato, assecondare le forme della natura, anche se queste forme nascono dalla pietra più aspra e dura.

Scultore, pittore, artista nel senso più puro del termine, nato 69 anni fa ad Uta, piccolo centro della Sardegna campidanese, Gelsomino ha scelto da molti anni di vivere ad Altavilla Silentina, in provincia di Salerno, a diretto contatto con campi e boschi, e dalla natura ha appreso a raccontare le storie degli uomini e delle loro vite. Le sue sculture, a volte monumentali, potete trovarle nelle piazze e negli angoli dei nostri paesi e raccontano il percorso di un uomo alla continua ricerca del divino, attraverso le forme del creato.
In questa foto Gelsomino Casula è il primo a destra


Centinaia di bambini e di adulti hanno incominciato a tenere in mano la mazzuola e lo scalpello sotto la sua guida, per apprendere come ritrovare nella pietra i segni del tempo e aggiungere il segno dell’uomo, per comunicare e per esprimere il bisogno di tornare ad una vita arcaica che ormai sta scomparendo, quando l’uomo non aveva che la pietra per comunicare con gli altri simili.
Gelsomino sapeva esprimersi solo così, col suo lavoro e con la pietra, i pennelli, i colori.
Queste sono le cose che hanno caratterizzato la vita, va detto che le amarezze piovutegli addosso da una vicenda cominciata dieci anni fa nelle campagne di Castelcivita oggi devono essere percepite come vergogna assoluta da parte di chi in quella storia non si comportò con dignità ed onore. Quella dignità ed onore, da pastore sardo, che Gelsomino ci ha sempre dimostrato. Ciao amico mio a quando ci rivederemo per riprendere i nostri discorsi sull'uomo, sul mondo e sulla natura, che un destino davvero cinico e baro ha voluto inopinatamente interrompere.

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