OMAGGIO ALLA MAESTRA DI LUCIA ED ALLA SUA RISCOPERTA DEL DIALETTO ALTAVILLESE
IL MIO SALUTO ALLA MAESTRA ROSARIA
Rispettava tutti la maestra Di Lucia. I suoi ex scolari, una legione, di tutte le età, continuavano a salutarla e a portarla in palmo di mano. Eppure era stata la donna dei record. Nel 1946, quando le donne votarono per la prima volta in Italia, lei pur giovanissima fu candidata a sindaco della lista del Mulino, messa su da quell'altro genio assoluto che era Ulderico Buonafine che lasciò la sua traccia anche nella politica locale. Qualche anno fa c'era la firma sopra il volume "Quann'era zeca", storia dell'Altavilla dov'era cresciuta, spiegata alle sue nipoti romane in diccoltà con il nostro dialetto. E il libro, la maestra Rosaria, l'aveva scritto tutto nel vernacolo locale. E ne volle una distribuzione mirata, totalmente gratuita, alle persone che dovevano capire il suo messaggio. Una critica forte a quella scuola, quella dove lei aveva lavorato, che dell'eradicazione dell'antico idioma aveva fatto la sua missione. Io la ebbi sodale nella prima "Altavilla Viva", che della riscoperta di storie e tradizioni aveva fatto la sua missione. Silenziosa, modesta, sempre disponibile, mai una saccenteria. Una cattedra morale, la sua. Che è sopravvissuta a quella di legno lasciata a scuola. Un esempio. Un altro personaggio da mettere nel Pantheon dell'Altavilla migliore e perbene.
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