ALTAVILLA. Castelfranco Emilia, il sindaco Giovanni Gargano ha origini altavillesi. E' il nipote del celebre "Massaro 'Argano".

Giovanni Gargano, 50 anni, è il sindaco di Castelfranco Emilia, oltre 30 mila abitanti, nel modenese. Nasce da una famiglia di emigranti altavillesi prima a Krefeld, Germania, poi dalla seconda metà degli anni Settanta, come molti passati in Emilia, attirati dal boom della ceramica. Il sindaco è colpito dalle manifestazioni di stima ed affetto che arrivano dal paese dei suoi genitori e quasi si schernisce: “Ciò che faccio non è altro il mio dovere, nulla di straordinario. Servo la mia comunità al meglio che posso. Il “sapore” di Altavilla mi fa rivivere le emozioni della mia infanzia. A presto, direttamente ad Altavilla”. Giovanni è il nipote del “Massaro ‘Argano”, un bracciante analfabeta ma che dettò ad una nipote una ricca raccolta di poesie e racconti popolari poi raccolti in un libro e riprodotti sulle mura del centro storico. La vita di Giovanni, oggi sindaco con il Pd e altre due liste civiche, comincia e si svolge nel mondo dell’attivo volontariato emiliano. Riceve tanti riconoscimenti, anche da parte del Presidente della Repubblica con la massina Onorificenza riservata ai suoi migliori cittadini: “Cavaliere al Merito Civile” e “Attestato di Pubblica Benemerenza al Merito Civile” per aver salvato la vita ad un giovane sportivo colpito da un arresto cardio-respiratorio e gli altri obbiettivi raggiunti nel proprio percorso di vita. Giovanni poi si trasferisce a Castelfranco Emilia. Prima di essere sindaco è assessore alla sicurezza urbana nella sua prima elezione del 2014; nella successiva del 2019 viene eletto Sindaco. I suoi rapporti con Altavilla?. “Altavilla è il paese dove vive buona parte della mia famiglia, qui sono le mie radici. Qui c’erano i miei nonni paterni e materni. Sono sempre affascinato e orgoglioso del contributo storico culturale che ha lasciato mio nonno Angelo alle generazioni future grazie alle sue "storie". Ricordo i suoi sapori: quell’olio d’oliva fantastico, lo spalmavo sul pane, assieme alla mozzarella e il pomodoro fresco. Quando parla del paese di origine della famiglia si lascia andare:” Vi manco da alcuni anni, ma l'ultima volta che ci sono stato, ho potuto apprezzare la volontà di chi si impegna alla custodia e valorizzazione dei luoghi, ambiente e persone". Giovanni è anche l’autore di un libro nel quale narra una triste vicenda familiare, la perdita di un figlio nato prematuramente. “La storia è l'incubo di ogni genitore. Quando si diventa padre o madre, la prima cosa a cui si pensa e per la quale si prega è che il piccolo o la piccola stiano bene, siano in buona salute. Così non è stato per il mio Nicolò, una sfortuna e un destino avverso, che non ha smesso di insistere finché non l'ha avuta vinta su una giovane vita”.

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