CAMPORA 1863, IL BRIGANTE TARDIO ASSASSINA DON FEOLA

 

Nel mio: Fiumi, briganti e montagne", edito da Magna Graecia, c'è anche un giallo storico e riguarda l'uccisione, da parte dei briganti guidati dal Tardio, del monaco Feola. 

Perché una parte del paese volle quell’uccisione?. “Tu devi morire perché quest’ordine mi è venuto da Roma”, Tardio così motivò la sua volontà di fucilare padre Feola. Poco prima gli aveva chiesto una cifra enorme, duemila ducati, poi di inneggiare a Francesco II di Borbone, per aver salva la vita. Il cappuccino resiste sprezzante del pericolo di rimetterci la pelle. Tardio getta la maschera e ammette dice che Feola doveva morire per forza. Punito per il libro scritto contro il potere temporale della Chiesa? Campora, 3 giugno 1863. Era di mercoledì. Il religioso i briganti vanno a prenderlo nella sua casa e in piazza improvvisano una sorta di processo popolare. Sono tranquilli, sanno di controllare tutta l’Alta Valle del Calore, il Cervati allora era come il Supramonte. Per un’intera giornata hanno scorrazzato per il paese dove risiedono i migliori tiratori di fucile della zona. Comanda davvero, Tardio l’avvocato. E’ stato liberale, per motivi politici si è fatto anche un anno di carcere sotto i Borboni, con l’Unità d’Italia fa domanda come ispettore di polizia e quando, nel 1862 lo accettano, lui è già capobrigante sui suoi monti. Vendette di paese lo avevano travolto e convinto a passare dalla parte opposta. Ha 29 anni, è giovane è irruente. Vito Antonio Feola è un cattolico liberale e popolare. E’ solo, non ha mai messo nel conto di doversi difendere con le armi. Una bella figura. Un cappuccino. Un vero filantropo illuminato: aprì la prima scuola pubblica del Cilento e la società di mutuo soccorso. Coltissimo: traduceva dal latino e dal greco senza l’uso di vocabolari e la Divina Commedia la conosceva a memoria. Un grandissimo oratore: le sue prediche erano impregnate di profonda fede religiosa e di patriottismo. Controcorrente: da prete aveva scritto un libro contro il potere temporale del Papa. Aveva da poco compiuto i cinquant’anni quando finì ucciso nel cuore del suo paese. E chi venne ad ammazzarlo, il brigante Tardio di Piaggine, fu chiamato da cittadini di Campora e molti di loro continuarono a seguirlo. “Uomini bruti, io vi maledico fino alla settima generazione”, così padre Giuseppe, il suo nome da frate, secondo la versione ancora oggi tramandata a Campora, lo gridò proprio ai suoi compaesani che vedendolo barcollare gravemente ferito dalle pallottole di Giuseppe Tardio ne pretesero la morte immediata. L’avvocato brigante inferse un’ultima e decisiva sciabolata, facendosi forte del sostegno locale... 

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