IL MIO RICORDO. Carmine Gioia, il battipagliese professore aristocratico e cavaliere, il più anglofilo dei giornalisti salernitani




“Big Ben ha detto stop”, così Carmine Gioia, spesso con in testa un ricercato cappello nero che ora non saprei descrivere, chiudeva l’intervista quando l’intervistato cominciava a divagare. Ci metteva stile anche nello zittire chi sparlava. Ora lo stop, il the end, al più anglofilo dei giornalisti salernitani, è arrivato all’esistenza terrena, non alla stima di chi lo conosceva. Più che liberale, era monarchico, più che sabaudo o borbonico lui si riferiva direttamente dei regnanti inglesi. Mi ricordo le foto di una visita a Paestum dove lui accompagnava la Regina Madre. Era uno degli ultimi sacerdoti della vecchia Battipaglia, quella dei mitici padri fondatori.Se n’è andato a 64 anni, Carmine Gioia, da solo due anni in pensione, ma sempre indaffarato con i suoi Cavalieri di Malta del Santo Sepolcro (cito a memoria, ti chiedo scusa) e i ragazzi da aiutare. E quelle buste di mozzarelle sempre in mano, da regalare all’ospite di riguardo della serata, cosicchè della nostra zona si potesse portare via sempre l’aspetto migliore. L’ultima apparizione pubblica l’aveva fatta a seguito del sindaco di Roma Alemanno, venuto a sostenere la campagna elettorale di Motta. Il professore Gioia, che posso chiamare così perché lo conobbi quando si venne a sedere in cattedra nell’aula dove io ero studente, me lo ricordo sempre lucidamente collocato in quella parte politica. Me lo disse quel giorno, al primo svolazzare di giornale dell’estrema sinistra, sicuramente “Il Manifesto”, che capitò proprio dalle mie mani. Poi c’era la sua voce, sempre molto musicale e pastosa, che aveva delle estensioni molto armoniche. Con lui, ma anche con il caro Raffaele Rago ed il professore Tufano, ho vissuto l’ultima parte della stagione di Telelibera Battipaglia, dove un grande “direttore d’orchestra”, Piero Rocco, mise insieme giovani giornalisti di belle speranze e voci della migliore cultura locale. E cameraman e tecnici che si sono poi fatti onore in altre emittenti. “Il principe” di tutti noi, restò sempre lui, Carmine Gioia. Che ti sia lieve la terra, professore.

Oreste Mottola



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