AGROPOLI. "Oasi" contro "Azzurro", la guerra dei lidi con un Comune che non decide e non applica una sentenza




Va in scena la ultraventennale guerra del mare di Agropoli. Una vera telenovela, i protagonisti sono lidi, imprenditori e famiglie, alghe da spostare, alghe che diventano preziosa posidonia pur partendo dallo stato di costosi rifiuti speciali. Una scuola, il professionale "Manlio De Vivo". Poi da prezzemolo ecco alcuni consiglieri comunali, ed il sindaco, Adamo Coppola.  Due lidi contro, e tutti e due contro il Comune. C’è il tifo, irrazionale come nelle peggiori contese calcistiche, l’Oasi contro l’Azzurro. Carlo Scalzone contro Eliodoro di Nardo. Due decenni di carte bollate, con sullo sfondo anche una complessa vicenda di eredità contestate e contese. Finora un vincitore c’è: sono gli avvocati di ambo le parti, quelli che hanno portato a casa oltre centomila euro di parcelle. E un punto fisso, la sentenza del Tar, tribunale amministrativo, del 5 ottobre 2020, che ha sancito definitivamente l’abusività e la conseguente demolizione del Bar-Ristorante del Lido Oasi e la chiusura dell’attività di somministrazione. Tutto finito? O almeno una tregua? Questa sentenza è inapplicata. Dopo due anni il Comune non avvia le pratiche per la demolizione. Un fatto. Secondo qualcuno è perché la struttura risulta ottimamente frequentata da parte di una clientela alla quale prestare riguardo, tipo dei noti magistrati in servizio ed appartenenti alle forze dell’ordine. Il consigliere comunale Eliodoro, per gli amici, Lelè Di Nardo, sembra essere stato capace di limitare i danni. Con il suo lido continua le normali attività, nonostante sentenze e provvedimenti puntualmente disattesi dagli uffici preposti. La sentenza specifica che “il manufatto così come realizzato sulla base del titolo rilasciato non poteva essere all’epoca autorizzato; il vizio contestato è un vizio di carattere sostanziale che riguarda la realizzazione di una cubatura maggiore rispetto a quella ammissibile”. La vicenda è anche ben raccontata in un altro atto giudiziario, la relazione di accompagnamento ad una sentenza del Consiglio di Stato. “Ad Agropoli, lungo la via Kennedy, che costeggia il lungomare, si trovano due stabilimenti balneari, che si chiamano rispettivamente Lido Azzurro e Lido Oasi. Il Lido Azzurro fa capo alla Lu. Ve. S.a.s. e al legale rappresentante di questa società Carlo Scalzone; il Lido Oasi fa capo alla famiglia Di Nardo. Fra queste due imprese, è sorto da molti anni un ampio contenzioso, di cui è necessario dare conto in sintesi per comprendere la complessiva vicenda, contenzioso che ha coinvolto anche il Comune di Agropoli, come ente competente al rilascio dei vari titoli inerenti le attività considerate, e che comprende tre filoni principali. Il primo filone, del quale fa parte, come si vedrà, il ricorso ora in decisione, comprende i ricorsi proposti dal Lido Azzurro per contestare i titoli relativi all’attività del Lido Oasi. Il secondo filone, specularmente, comprende i ricorsi proposti dal Lido Oasi per contestare i titoli relativi all’attività del Lido Azzurro.

Il terzo filone comprende infine i ricorsi proposti dal Lido Azzurro contro il Comune di Agropoli quanto alla concessione demaniale relativa alla propria spiaggia, ricorsi nei quali comunque il Lido Oasi è stato citato come controinteressato. (..)  Va premesso che il complesso del Lido Oasi è costruito su tre terreni contigui, che corrispondono ad altrettante particelle catastali del foglio 40, ovvero la particella 988, che corrisponde alla spiaggia propriamente detta, la particella 986, che corrisponde al bar pizzeria in particolare oggetto di questa causa, e la particella 908, occupata da un edificio attualmente sede dell’IPSIA “Manlio De Vivo”, ma in origine realizzato come albergo dal Lido Oasi stesso: si veda la planimetria doc. 23 ricorrente nel procedimento 8727/2020 R.G. di questo Giudice, planimetria che riporta gli attuali numeri delle particelle citate, modificati nel corso della vicenda.

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