IL RICORDO. ZIO AGOSTINO DI MASI, DA CERROCUPO


 

Zio Agostino era il cugino di mia madre. L’ho conosciuto tardi, forse era già partito per la sua avventura da poliziotto. Una sera, più di quarant’anni fa, il telegiornale diede la notizia che un commando delle Brigate Rosse, a Milano, eravamo nel 1977 tempi disgraziati, l’aveva legato ad un palo e poi rapinato della sua pistola d’ordinanza. Nient'altro, gli andò anche bene perché quello era il periodo che i terroristi prendevano di mira semplici poliziotti, carabinieri, agenti di custodia e magistrati e li uccidevano. Quella sera, al tg, dissero anche il nome del poliziotto e così appresi. Non dissi niente a sua cugina, sapevo di dargli un’apprensione inutile, anche perché raccontava sempre di Agostino, Silvana, Armando e Sofia, i suoi cugini di Cerrocupo e, uniti dall'essere i nipoti di Armando, il “suicida per amore” che si volle annegare nelle gelide acque del fiume Calore. Poi zio Agostino si congedò dalla Polizia e ritornò nella sua Cerrocupo e nei suoi campi. Una certa frequentazione si stabilì tra di noi e quattro chiacchiere piacevoli capitava spesso di farle. Lui che era un motorino che non si fermava mai sempre intento ad inventarsi nuove attività. Non si rassegnò mai ad una vita di tranquillo pensionato. Accadde così che un giorno fu vittima di un incidente sul lavoro con un pesante ballone di fieno a travolgerlo. Una lunga degenza presso un centro specializzato in Emilia non lo ha riabilitato. Un paio di “Natali” fa ritornò presso la sua abitazione e io volli vederlo. Piangemmo a lungo, lui incapace di parlare ma perfettamente cosciente, io che mi sentivo annichilito dal vederlo così. Io che l’avevo sempre visto come un concentrato di energie, un “motorino”, uno incapace di stare fermo. Zio avrei voluto anche io più tempo per sentirti raccontare la tua vita e le tue avventure. Ti ho stimato e voluto bene. Tuo nipote Oreste


*scomparso novembre 2020 

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