Piaggine, contestato il restauro pesante sull’antico ponte medievale sul fiume Calore

 



Un ponte medioevale, a 600 metri d’altitudine, a schiena d’asino raddrizzato e ricoperto dal cemento moderno che ha sostituito l’originaria malta. Accade a Piaggine, alle pendici del monte Cervati, dove nasce il fiume Calore che nei pressi di Paestum confluisce nel corso del Sele. Nella zona di San Simeone c’è anche una suggestiva cascata, una cartolina che è uno dei simboli del Cilento. L’acqua del fiume Calore è in gran parte captata per l’acquedotto con la cascata cancellata d’estate quando c’è magra. Un complesso ambientale tanto di pregio quanto fragile. I lavori di ristrutturazione sono stati portati a termine a cura del comune con i fondi regionali “dell’accelerazione della spesa”. La soletta soprastante risultava consumata e si rischiava la caduta. Urgeva intervenire. Ma qualcosa è andato storto. Il ponte risulta modificato. Angelo Pipolo, già sindaco di Piaggine, attualmente consigliere di opposizione, è indignato. «Per decidere se è possibile intervenire su una struttura di interesse storico è necessaria prudenza, cautela, studio e fatica. In realtà di tutte queste cose ne ho viste poche. Non vedo il principio di fedeltà all’antica costruzione così come mille anni fa lo avevano concepito i nostri avi. L’intonaco non è per nulla integrato con l’antica struttura. È stato fatto un danno purtroppo non più riparabile». Ci voleva un intervento puramente conservativo, ma già che pure i soldi c’erano, si è andati oltre.
Pipolo aveva già segnalato alcune incongruenze del progetto al direttore dei lavori e al sindaco. «Sono stato sottovalutato – ammette l’ex sindaco – non ho ricevuto alcuna risposta».
Il risultato finale è che il ponte non l’hanno solo intonacato ma la volta risulta abbassata con una soletta di cemento di circa 30 centimetri. “In caso di piena - ci dice Pipolo - la struttura è a rischio”. Guglielmo Vairo, attuale sindaco, si difende. «Si tratta di un progetto regolarmente approvato dalla Soprintendenza. Non abbiamo cambiato nulla. L’intonaco utilizzato è quello più usato nella zona. Tutte le case vicine sono intonacate così. Trovare lo stesso tipo di cemento di quando è stato realizzato il ponte era impossibile». Già il cemento romano usato anche nel medioevo. “Inespugnabile alle onde e ogni giorno più resistente del giorno precedente” descritto da Plinio il Vecchio , nel suo Naturalis Historia (77 d. C . ) , non siamo più capaci di crearlo . “Erano restati solo dei frammenti, in realtà c’erano solo ciottoli”, liquida così la questione il primo cittadino che ritiene assai minime le modifiche alla “cartolina” della cascata del Calore.

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