ALTAVILLA. Spostare il campo sportivo di Borgo Carillia? C'è chi dice no

 

“Io da qui non mi muovo”, si chiama così il gruppo che da facebook da qualche anima la mobilitazione degli abitanti di Borgo Carillia contro la prevista delocalizzazione del campo sportivo dal centro della borgata una volta più industriale che agricola ed ora invece diventata anche edilizia. I medi centri di Battipaglia ed Eboli sono vicini e da qui l’interesse ad offrirsi al mercato immobiliare più vasto. Ma i terreni a Carillia non sono tantissimi: la maggior parte sono ancora interessati dall’attività agricola e molti confinano con le aree fluviali del Sele e del Calore, oggetto di frequenti esondazioni. I suoli sono una risorsa scarsa, quindi. Da qui forse l’idea di far diventare edificabili alcune aree pubbliche che di recente la regione ha consegnato al comune. Reazione veemente della popolazione (proveniente da diversi paesi) che da almeno tre generazioni ha creato la sua identità comunitaria attraverso lo sport. Tanti i racconti tra i quali spicca quello che vede operai e contadini nel dopoguerra lavorare alacremente a spietrare e livellare quell’area. O delle divise con lo scudo crociato fatte arrivare negli anni Cinquanta da Carmine De Martino, il proprietario del conservificio. “Mica ce l’hanno regalato, così come lo vedete oggi l’hanno creato i nostri nonni”. Così è partita la rivolta. Su quel campo si susseguono continue assemblee popolari, così che oggi si configura un’occupazione. Grosso errore commesso da parte dell’amministrazione comunale in carica? Quelle superfici sono state cedute dall’Ersac al comune con il vincolo di inalienabilità. Come può il comune vendere a chi, eventualmente, vorrà costruire? L’imminente campagna elettorale, anche Altavilla è tra i comuni che voterà il prossimo tre ottobre, fornisce ampia benzina per il fuoco della polemica. Qui, per stare alla fraseologia calcistica, siamo a toni da derby. Uno dei probabili candidati a sindaco dell’opposizione è Enzo Giardullo, mentre è assessore in carica Carmine Rizzo. Entrambi sono di Carillia. Il primo soffia sulle braci dell’indignazione ed ha tratto sprint per la sua corsa, il secondo è sembrato quasi attribuirsi la paternità dell’idea dello spostamento del campo, con l’area da adibire a non meglio specificati servizi collettivi. “Un nuovo campo, questa volta a norma, sarà subito ricostruito in un’altra zona di Carillia” hanno garantito il sindaco Antonio Marra, l’assessore Franco Cembalo e il consigliere comunale Giovanni Russo. Peccato manchi l’area a disposizione, il finanziamento occorrente, e - soprattutto - l’utilità di procedere allo snaturamento dell’identità di una borgata che trova le sue suggestioni nella bella piazza Alfania e nel campo sportivo. Che sono essenza stessa dei luoghi.

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