OLIVETO CITRA. Ora i lotti industriali ai giovani, basta inquinatori e speculatori
“Vogliamo dare un'opportunità a dei giovani con buone idee”, così Mino Pignata, sindaco di Oliveto Citra, nel sintetizzare l’offerta di due lotti liberi nell’area industriale che l’Asi ha passato al comune. Niente più avventurieri ma bensì start up. Il municipio ha già scritto il bando per dare la possibilità a giovani imprese, anche nel settore dell'artigianato e dei servizi, di potersi insediare. “Ci aspettiamo che ci vengano fatte proposte innovative e creatrici di lavoro”, racconta il sindaco Mino Pignata. Si spera di scrivere un capitolo nuovo, almeno dal punto di vista simbolico, in un libro già ricco di disastri. L’industrializzazione seguita al terremoto del 1980 distrusse grandi superfici agricole e bruciò almeno mille miliardi delle vecchie lire. Un’azienda veneta prese i soldi, ben 26 miliardi di allora, più di 25 milioni di euro di oggi, e scappò via senza mai dare inizio alla produzione e non fece nemmeno vedere un progetto manco in fotocopia. Chi ha alle spalle tutto questo oggi si sente orgoglioso di andare incontro ad incontro a giovani operosi e non, come è accaduto nella vicina Buccino, ad una inquinante fonderia che delocalizza dalla città. Ad Oliveto sprizzano orgoglio. Si tratta di una bella iniziativa, atta a mettere in moto l'industriosità dei giovani di Oliveto e dintorni. “L’industria in montagna” è stato uno dei più gravi scandali moderni dell’Italia. La creazione delle zone industriali nell’area del cosiddetto “cratere salernitano” colpito dal sisma del 1980 e che comprende i comuni di Buccino, Contursi Terme, Palomonte e Oliveto Citra fu un bagno di sangue. Soldi che per la maggior parte finirono nelle borse di imprenditori del Nord che vennero “giù al Sud” portando attrezzature obsolete per mettere in piedi aziende fantasma che durarono giusto il tempo dell’obbligo fissato dall’articolo 32 della legge 219 del 1981: cinque anni. Con il contorno di terreni agricoli rovinati per sempre e operai illusi da un posto fisso che fu davvero per poco. Tornando emigranti, disillusi e truffati.
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