PAESTUM. IL GIGLIO DI PASQUALE, IL PROFESSORE
Ha dedicato (e ancora dedica) la sua vita alla difesa dell’ambiente. Pasquale Longo, 70 anni, professore di inglese, è l’anima del circolo di Legambiente di Paestum. Era il 1987 quando con un gruppo di giovani iniziò a operare attivamente per salvare una porzione di territorio che collega l’antica città della Magna Grecia al mare. Una battaglia riuscita. Dove c’era una discarica oggi c’è un angolo di natura unico nel suo genere. Venti ettari di pineta, macchia mediterranea, dune e spiaggia. E poi il mare. E in questo habitat rigenerato hanno ripreso vita piante rare come il giglio di mare (nella foto), l’eringio, lo sparto, l’euforbia e animali. Il professor Longo racconta che «quel territorio così vicino al parco archeologico di Paestum era una discarica . Nel ‘95 abbiamo iniziato un programma di recupero. La scelta di quell’area non è casuale, volevamo ricreare un rapporto ta la città antica e il mare. Le mura dell’antica città distano poco più di cinquecento metri dal mare. La bonifica è stata complessa. Ma dopo qualche anno abbiamo avuto l’area in affidamento dal comune Capaccio Paestum e abbiamo così potuto proseguire con attività anche culturali».
Venticinque anni di lavoro
La tutela dell’ecosistema e della biodiversità passa dalla conoscenza. «La spiaggia è sempre rimasta aperta al pubblico che però ha imparato ad amare e rispettare questo luogo davvero unico», precisa Longo. Le attività di tutela per preservare la vegetazione tipica delle sabbie, salvando così nel contempo le dune, unico argine naturale all’erosione delle coste, hanno trasformato questo luogo in un laboratorio a cielo aperto «dove si imparano buone pratiche - continua il prof - e arrivano in visita le scolaresche, lavorano ricercatori, e d’estate si contano fino a 80mila accessi all’oasi. Ogni estate organizziamo campi di volontariato anche internazionale». Manutenzione, tutela, salvaguardia e ricerca sono le parole chiave dell’attività del Circolo di Legambiente Paestum. «Dal 2015, tra le attività abbiamo inserito progetti coinvolgendo i richiedenti asilo. In molti hanno partecipato. E nonostante impatto dei turisti siamo riusciti a trovare il giusto equilibrio tra tutela e fruizione. La duna ha una funzione strategica, aiuta a contrastare la erosione della costa, sono tecniche di ingegneria naturalistica che oggi noi applichiamo in modo semplice». Ecologia umana e giustizia sociale-ambientale coesistono nel percorso di vita del professor Longo. «Quando costituimmo il Circolo mi sono trovato a confrontarmi con un gruppo di giovanissimi del territorio ed è stata per me una seconda opportunità, rispetto al vissuto precedente».
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