ORTOFRUTTA. Più fresco meno scatolame. Gli aumenti dei prezzi scatenano cambiamenti nelle abitudini dei consumatori

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L'agricoltore di Pontecagnano Faiano Alfonso Altamura


Si spende di più al supermercato mai i nostri carrelli non sono più pieni più pieni perché c’è un un generalizzato aumento dei prezzi medi di acquisto. In compenso meno prodotto confezionato rispetto a quello sfuso e cresce l’attenzione verso prodotti gourmet, certificati (Dop e Igp e i biologici) e, dunque, con elevato valore aggiunto. E’ questo uno degli effetti dell’incremento dei costi delle materie prime. Poi i problemi vengono fuori a getto continuo,  in alcuni mercati mancano decine di migliaia di autisti). Si cerca di correre ai ripari con aumenti riconosciuti ai produttori quanto meno per i prezzi sul gasolio, considerato che i trasporti sono fondamentali. Da qui il sensibile aumento dei prezzi al consumo. È quanto spiega Alfonso Altamura,  presidente dell’OP (organizzazione di produttori) della Piana del Sele, all’opera per cercare di fare riconoscere, prima del rinnovo dei contratti per la campagna estiva, previsto in aprile, anche l’aumento dei costi energetici, mediamente individuato intorno al 44%. Batte cassa, insomma. La merci vanno prodotte in campo, confezionate e spostate, è l’abc dell’economia. La filiera non si può interrompere e tutti i protagonisti devono sobbarcarsi gli oneri. La OP “Altamura” si è dotata di un impianto fotovoltaico da 600 kW che soddisfa il 50% del fabbisogno energetico.
La OP Altamura esporta il 90 % della produzione in quasi tutta Europa.
“Ogni mercato di export ha una storia a sé – precisa Alfonso Altamura -. Se i nostri clienti inglesi hanno risposto già l’anno scorso alle richieste di adeguamento dei listini ai maggiori costi, dagli olandesi il feedback è arrivato adesso, a gennaio, ma non poteva non arrivare data la policy delle catene estere”. Dal 28 dicembre a questi giorni il costo del gasolio in Italia ha subito un’impennata di 8-10 centesimi. Per OP Altamura ciò si è tradotto in 20 mila euro in più al mese di costi logistici che si aggiungono ai 40 mila per-esistenti agli aumenti.
La volata dei costi ha peraltro un impatto anche sulle attività in campo. “A causa dei maggiori costi – sottolinea Altamura – dobbiamo ottimizzare le spese di gestione in campo per cui interveniamo con i trattamenti solo in caso di fitopatologie già manifestate e abbiamo dovuto eliminare i trattamenti preventivi che prima erano una prassi. Ovviamente questo modo di operare fa aumentare l’alea del rischio agricolo ma, almeno sul fronte climatico, quest’inverno non è particolarmente problematico”. Da qui la spinta verso un’attività agricola sempre più di precisione, dove automazione ed innovazione tecnologica sempre più spinta vanno a braccetto. Anche i consumatori si fanno sentire. “Se fino a Natale siamo andati bene, nei primi giorni di gennaio abbiamo registrato una flessione del 5% rispetto allo stesso periodo del 2021 ma confidiamo – dice Altamura - in una ripresa già da febbraio”. Anche le abitudini di consumo cambiano. Aumenta la frequenza di acquisto (+16%) e decresce, parallelamente, l’interesse per i prodotti conservabili (scatolame), che avevano registrato nel 2020 una crescita quattro volte superiore rispetto ai prodotti freschi, con un aumento delle vendite in valore pari all’8 per cento. Al contrario, tornano nei carrelli i prodotti freschi sfusi, anche altamente deperibili. E sono proprio questi a mantenere in positivo la spesa con un incremento dell’1,3%, contrapposto alla lieve flessione dello 0,6% dei prodotti imballati. Al supermercato dunque si va più e ci butta più sul fresco abbandonando lo scatolame, è la transizione ecologica.

orestemottola@gmail.com 

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