Salvate il soldato Nicola Lettieri. 1976 Aldo Moro è a Salerno per sostenere l'infortunato suo alfiere locale

 Il 9 maggio 1978 è il triste anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro assassinato dalle Brigate Rosse. Nel Cilento c'è ancora il ricordo del generoso sostegno che diede al suo rappresentante locale, Nicola Lettieri, nella campagna elettorale del 1976... 




Aldo Moro, nel salernitano aveva due alfieri. Il primo era un giornalista. Il più moroteo dei morotei salernitani non era un politico di professione, né uno che amava la prima fila della politica. Era un giornalista democristiano, o meglio, moroteo. Si chiamava Luigi Del Pizzo, Gigino per gli amici ed i colleghi. Nel giorno della caduta del suo governo del 1976 (durò 168 giorni dal 12 febbraio al 30 luglio), acquistò due colonne sul Corriere della Sera per esprimere il suo dissenso. Il capo politico era invece Nicola Lettieri, proveniva da Rofrano, il paese cilentano individuato come il più povero d’Italia negli anni Cinquanta. Lettieri, agronomo, studioso dei meccanismi di sviluppo, era stato destinato ad una carriera prestigiosa. Il quartiere generale dei morotei era in via San Giovanni Bosco, dove il motore organizzativo ma anche finissimo cervello politico era Carlo Apolito. Intorno a Lettieri Bruno Ravera, Michele Pinto, Salvatore Gargiulo, Peppino Mascolo, Enzo Benincasa, Michele Scozia, Angelo Paladino, un giovanissimo Tino Iannuzzi e tanti altri dirigenti largamente citati nell’opera di Vittorio Salemme sulla Dc. La corrente di Lettieri non superava mai il 6-7% dei consensi congressuali. Sui morotei salernitani vegliava un padre spirituale, don Guido Terranova. Pochi ma buoni, come a livello nazionale. Nel 1978 si terranno le elezioni politiche. Nella lista Dc per la Camera c’è Nicola Lettieri. Il collegio è Salerno – Avellino –Benevento, lotta al coltello tra i big scudocrociati. L'IMPREVISTO. L’imprevisto è una frattura al femore che blocca Lettieri e non gli consente di tenere comizi. Occorre assolutamente rimediare. Da Roma Moro farà subito sapere che sarà a lui a sostituire sui palchi l’amico cilentano infortunato. oro si trattenne per un’ora a Vallo nella piazza. Bisognava fare in fretta ma dare un segno di apprezzamento e sostegno a Nicola Lettieri nel suo Cilento. Quella campagna elettorale del 1976 fu calda non solo perché si concluse il 20 giugno. Il segretario provinciale della Dc era Antonio Valiante e da lui raccolsi questo racconto. “Mi ricordo ancora che iniziò la riunione con D’Arezzo, Mario Valiante e gli altri capi provinciali. All’ordine del giorno c’era come aiutare la corsa di Nicola Lettieri, bloccato da una frattura al femore. C’erano i nostri sentimenti cristiani e l’amicizia, ma anche la necessità di difendere la posizione di un salernitano. Il collegio elettorale comprendeva anche Avellino e Benevento, e si competeva. Nicola era già moroteo e per prima cosa chiedemmo noi ad Aldo Moro di essere presente. Si stabilì che sarebbe venuto a Vallo della Lucania e poi a Salerno, passando per Battipaglia. Ricordo che la data del voto era stata fissata al 20 giugno. Il terrorismo era già in piena azione: omicidi di magistrati e poliziotti si susseguivano, l’inflazione era a due cifre, anche gli spiccioli erano stati sostituiti dai mini assegni bancari. Montanelli aveva dato indicazione di votare Dc ma turandosi il naso. I comunisti spingevano per il sorpasso, i nostri e gli americani erano terrorizzati. Era una campagna elettorale all’ultimo sangue. Nella piazza di Vallo fu anche presente la consorte di Nicola Lettieri. La piazza era ancora intestata a Vittorio Emanuele II e nonostante fosse oggetto di lavori e non tutta disponibile la gente l’aveva riempita all’inverosimile. Il nostro popolo era mobilitato per scongiurare il pericolo che il Partito Comunista divenisse il primo partito del Paese. Moro però non fece grandi concessioni alla piazza, come si diceva, difese la necessità di avere equilibri più avanzati e di consentire l’incontro delle forze popolari. Nel discorso emergevano i punti della sua riflessione sulla necessità dell’incontro tra le grandi forze popolari. Valiante è già demitiano. “Dopo in me, è rimasto indelebile quel suo gesto di generosità per il suo amico candidato insieme al grande, immenso rimpianto della politica”. Lettieri verrà eletto, diventerà sottosegretario agli Interni, ma il suo cruccio sarà proprio legato ad Aldo Moro, non riuscendo, quando egli fu rapito dalle Brigate Rosse, né a farlo liberare per via militare e nemmeno a far passare, nemmeno nella sua Dc, la linea di una possibile trattativa con i brigatisti.  

ORESTE MOTTOLA 

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