LA MOVIDA DI BELLOSGUARDO PARTE DALLA PETREDDA di Carmen Fiorito







Venite a Bellosguardo e dimenticate lo shopping e le strade costellate dai negozi griffati. Un viaggio  inconsueto su cosa fare e vedere. Rileggete bene: inconsueto. Non si tratta di una di quelle guide noiose  che descrivono le due chiese e le feste religiose di paese. Questa è una breve baedeker che vi farà venir  voglia di seguire il cartello con direzione Bellosguardo. 

Soffermatevi a Petredda: centro propulsore della movida bellosguardese by night che attrae curiosi dai  vicini comuni di Roscigno e Corleto. E poi c’è l’altro lato della medaglia, la versione “petreddina” diurna.  Respirate l’aria pulita della piazzetta “nuova”. Godete del panorama, comprensivo degli instancabili  chiazzari: anziani e non, che trascorrono le loro giornate interamente davanti al bar giocando a carte e/o  semplicemente facendo taglia e cuci sui passanti. Personaggi chiave –ahimè- della vita di piazza  bellosguardese, che in quanto parte del paesaggio, non possono non essere citati! Petredda offre altresì  una chicca inusuale, che la rende un variegato melting-pot di culture: la presenza di un “vascio”, la tipica  abitazione dei “quartieri” napoletani. Un vascio vero e proprio, di proprietà di una numerosa e colorita  famiglia napoletana, che da anni ormai fa di Bellosguardo meta di villeggiatura. Se si ha la fortuna di  trovarlo abitato, si rimarrà colpiti dal suo folklore. Difficile passare di lì e non buttare un’occhiata curiosa,  pensando all’arte di vivere in tanti in così pochi metri quadrati. Vi sembrerà per un attimo di essere nei  quartieri spagnoli: saracinesca all’esterno, ma all’interno tutti i confort hi-tech, i profumi inebrianti  caratteristici dei vicoli partenopei e l’inconfondibile cadenza dialettale tipica di un vascio che si rispetti. Mai  si è riusciti a quantificare con esattezza il numero, sempre crescente, dei suoi vivaci abitanti!  

Non perdete assolutamente la possibilità di prendere parte ad un tipico pranzo bellosguardese D.O.C.:  parola d’ordine “tracciabilità”…e vi verrà davvero la voglia di dire “benvenuti al sud”! Bando agli  ipermercati a marchio unificato e alle grandi catene della GDO: nessuna traccia, ma la tracciabilità sì, quella  la troverete. Ciò che mettete nel piatto gode della qualità che solo lontano dai grandi centri urbani è  possibile ancora trovare. Il menù tipico della tradizione culinaria bellosguardese, conformemente a quella  che è la morfologia del territorio di questa parte di entroterra cilentano, prevede piatti a base di carne,  spaziando dai primi come i zitoni con le purpettine, ai secondi, come il cuniglio mbuttunato, la sfrionzola, i muglitiedd, u suffritt e l’agnello al forno. La bontà di questi piatti risiede nella genuinità delle materie prime  che sono ancora reperibili non sugli scaffali tutti uguali dei grandi supermercati, ma nei negozi al dettaglio:  prodotti realmente a km zero, la grande vera ricchezza di una cucina “paesana”. Troverete il negoziante che  vi segue nella spesa in qualità di garante dei vostri acquisti, come da sempre fa il signor Rosario, titolare  della Macelleria Fiorito, che consiglia nella scelta delle carni più adatte al piatto richiesto e brillantemente  dispensa il tocco in più sulle ricette. Il piacere della vicinanza del dettagliante ormai soppiantata nel 

consumo di massa, vi farà sentire parte di quel sistema economico dai valori sani ormai dimenticato:  l’assistenza di figure altamente specializzate ma dal volto noto, il commerciante che chiamate per nome e  che vi garantisce solo prodotti genuini, di cui potrete assaporare il gusto interamente biologico.  

Mangiate la sfogliatella bellosguardese, che nulla ha da invidiare alla cugina partenopea. Le tradizioni si sa,  vanno rispettate. Date ai napoletani la sfogliatella -riccia o frolla che sia-, ma ai Bellosguardesi date la  sfogliatella “alburnina”. Dolce tipico locale, la sfogliatella si è guadagnata nel tempo la fama di prelibatezza  bellosguardese D.O.P. Numerosissimi ormai gli estimatori cilentani e non, che accorrono da ogni parte del  territorio campano per degustarla in occasione dell’annuale Festa della Sfogliatella. La sfogliatella di  Bellosguardo è divenuta uno dei prodotti dolciari più eccellenti della zona. Detentrice di qualità e genuinità grazie al sapore autentico che racchiude ingredienti naturali e sani: la ricotta e la sugna. Ingrediente  quest’ultimo pressoché in disuso nelle ricette contemporanee ma testimone di una tradizione rurale e di  una dieta povera quanto ricca di principi nutritivi. Ma la sfogliatella non è solo una squisita leccornia. E’  molto di più, perché in essa alberga anzi tutto il contenuto simbolico-culturale sempre vivo di un’intera  comunità. In essa sono contenuti la sapienza, l’abilità, la passione culinaria delle donne bellosguardesi che  tramandano di generazione in generazione l’arte del saper fare partendo dalle materie prime. Un’arte  preziosa, che va a cementare quel ricco patrimonio immateriale di usi e costumi che caratterizza  Bellosguardo e il nostro Cilento. Fiore all’occhiello della tradizione dolciaria bellosguardese, non a caso lo  scorso anno ha sfidato a colpi di sfoglia la “rivale” sfogliatella napoletana. 

Visitate al convento delle grazie. Dopo le mangiate luculliane e le passeggiate rigeneranti un po’ d’arte è  cosa buona e giusta. Il Convento francescano di Santa Maria delle Grazie, intitolato in origine a Santa Maria  della Pietà non può sottrarsi alla vostra visita. La sua data di fondazione è piuttosto incerta. Il portone, lo  stemma francescano e soprattutto il portale sembrano testimoniare un’origine cinquecentesca mentre altri  particolari, quali l’affresco raffigurante la Deposizione datato 1531, ma con decisi influssi giotteschi, la  splendida stipe reliquario lignea, recante immagini di Santi e una cornice di legno lavorato, hanno indotto  ad ipotizzare un’origine più antica, già nel XIV sec. Attualmente dell’originaria struttura restano parte del  chiostro e l’interno della Chiesa, recentemente ristrutturata. Entrate e godete della spiritualità di questo  luogo. 

Infine, tornate a Petredda, da dove è iniziato il vostro viaggio e ammirate il campanile che si staglia  imponente dalla chiesa madre, la chiesa dedicata al santo patrono di Bellosguardo, San Michele Arcangelo. Ascoltate le campane che con la doverosa lentezza di un paese, scandiscono soavemente lo scorrere del  tempo. Definiscono quelli che un tempo furono i ritmi delle attività lavorative nelle campagne e oggi,  ricordano che nonostante la frenesia del nuovo millennio, la velocità della nuova fibra ottica in dirittura di  arrivo da queste parti e la rapidità dei cambiamenti delle interazioni sociali dettate dai social network e dai  device sempre ON, qui il tempo sembra ancora scorrere piano, e per certi versi essersi fermato.


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