Finanziamenti Psr, Psr, la regione taglia fuori la piana del Sele capitale agricola regionale

 


ORESTE MOTTOLA [wz 3384624615 orestemottola@gmail.com]
Psr insufficiente, troppo pochi i soldi in palio per lo sviluppo e l’ammodernamento delle imprese agricole, molto delusi gli agricoltori della Piana del Sele, la capitale agricola della Campania. “Erano già incredibilmente alti gli handicap tecnico – finanziari da superare e il resto l’ha fatto la divisione fatta a monte troppo penalizzante per noi”, dice Gioacchino Maione, agricoltore di Eboli. Benevento e Avellino, realtà agricole, anche se rispettabili, ma ben diverse dalla nostra hanno assorbito circa il 95% delle risorse messe a disposizione. Nessuna speranza per chi rimasto fuori dalla graduatoria utile con i progetti approvati ma non finanziati che non saranno mai ripescati. Tra i territori più penalizzati c’è la Piana del Sele zona che sperava molto nelle provvidenze del PSR Campania 2007-2013. In gioco c’era la possibilità di ammodernare e diversificare le attività aziendali in una zona che sta diventando il principale polo produttivo italiano del settore agricolo. La punta di diamante è rappresentata da oltre duemila aziende con estensione media di 80 ettari e produzioni record per qualità e innovazione in settori come le insalate della quarta gamma e della frutta pronta da consumo immediato. E così gli agricoltori cominciano a mollare. E parte il fenomeno della corsa all’affitto dei terreni a lungo termine, almeno otto anni, da parte di imprenditori settentrionali che utilizzando totalmente il lavoro dei braccianti stranieri realizzano rilevanti guadagni. “Non fanno nemmeno le lavorazioni intermedie, raccolgono e spediscono direttamente al Nord”, specifica Maione. In agitazione anche gli allevatori di mucche che si sentono umiliati dalla pretesa della Centrale del Latte di Salerno di ridurre il prezzo pagato alla produzione di un altro centesimo al litro a partire dall’1 gennaio 2012. Sulle barricate anche il sindaco di Eboli, Martino Melchionda: “Io ho protestato già l’estate scorsa. Ci domandiamo quali siano le priorità della Regione che, pur nella grave crisi finanziaria che noi tutti viviamo, dovrebbe avere ben presente che le aziende operanti in agricoltura sono una straordinaria risorsa. Questi bandi, riaperti dopo ben sette mesi di totale blocco di ogni iniziativa di sostegno all’agricoltura da parte regionale, hanno visto partecipare moltissime aziende sane, moderne, produttive. Non oso pensare a cosa accadrà a chi è stato tagliato fuori da questo finanziamento, un vero ultimo treno per chi opera nel settore”.

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