Persano: una storia di re, pittori, briganti e cavalli. Il nostro Far West


di Oreste Mottola


Non aver visitato il Real Casino di Caccia di Persano è circostanza grave per un campano. Entrarvi non è facile ma nemmeno impossibile. Quel po’ di fastidio che vi darà il cercare di farvi accreditare per una visita partendo da una telefonata al 0838 396944 e relative procedure di identificazione e motivazioni (turismo, cultura, interesse alla storia dell’arte e dell’architettura) vi sarà compensato dalle meraviglie che potrete vedere. Pensate sempre che state cercando di entrare all’interno di un comprensorio militare che ospita una delle unità più operative unità del nostro Esercito, la “Garibaldi”, e che potrebbe essere in corso qualcosa che potrebbe richiedere particolari misure di sicurezza! Superato questo step tutto il resto è abbordabile, a partire dalla distanza, in dieci minuti che siate a Paestum, Eboli, Battipaglia e Bellizzi, sarete già davanti a una delle due barre d’entrata, una è di fronte all’altavillese borgata di Carillia e l’altra alla serrese S. Lazzaro.
IL RITRATTO DI DIANA, LA CAGNA DEL RE
Palazzo Reale si erge già di fronte a voi. Lo scenario è da film, vi ricordate “Fernando e Carolina” della Wertmuller?, gli abitanti attuali hanno divise militari moderne. Il primo impatto è con Diana, il cane da caccia di re Carlo, ritratto in marmo in scala reale e che una storia tramandata oralmente vuole che l’opera oggi senza gli occhi che erano due rubini veri sia stata resa così, durante il 1943, dai soldati tedeschi in fuga. O che Eisenhower , comandante in capo delle truppe Alleate, si sia fermato qui, giusto qualche settimana dopo, e abbia bevuto l’acqua miracolosa del Pozzillo, sorgente locale, che aiuta le carriere, e che così benedisse anche lui, che di lì a qualche anno, diventa addirittura presidente degli Stati Uniti. Qualche cenno sulle storie passate qui partono da un quadro, si chiama “Caccia di Ferdinando IV a Persano”, è di J.P. Hackert, pittore di origine landese ma poi naturizzato napoletano. Non celebra solo la passione venatoria di quel Re, ma mostra come quell'attività potesse essere non solo un motivo di svago ma anche d'incontri mondani, galanti e politici. Reali, artisti e politici, in pratica i vip del Settecento europeo passarono per queste terre: lo scrittore Goethe, lo zar delle Russie, il Metternich e Hackert. A un certo punto il Re penso addirittura a una nuova città dove trasferire molte attività direzionali. Già nel 1799 c'è già la prima "invasione" popolare delle terre del Re, che oltre a Persano si estendevano anche a Altavilla, Serre, Postiglione e Controne. Le repliche dei moti contadini le vedremo nel 1920, nel 1947 e nel 1977-79, quando da queste parti andò l'ultima lotta per la terra conosciuta in Italia e contemporaneamente nasceva la prima area naturale protetta del Sud.
L’epopea del brigante Tranchella.
"Oggi il Re ha ammazzato 19 cinghiali, 5 capri, ed una volpe", scrisse il 20 dicembre del 1757 Luigi Vanvitelli al fratello Urbano. I paesaggi naturali e le atmosfere di questi luoghi sono da sempre molto suggestive. Stregarono Carlo III ed i suoi successori. Sullo sfondo sono i grandi boschi di pianura, a ridosso dei fiumi, dove il brigante Gaetano Tranchella diede per anni filo da torcere ai piemontesi. Fu l'ultimo di una serie. Più all'interno, nella Casina di Caccia e nelle caserme, ecco la vita con le languide baronessine, le mogli e le figlie dei comandanti del presidio militare. E poi le consorti dei guardiacaccia e gli stallieri. Molte di loro erano scelte fra le più belle delle figlie dei contadini per via del "posto" sicuro dei mariti. Questi ultimi erano quelli che allevavano, per l'Esercito, ma anche per i grandi concorsi ippici, il cavallo di razzaPersano, ottenuto dall'incrocio alternato di cavalli arabi con cavalli inglesi. "Persano" erano i cavalli montati dal Savoia cavalleria, nel 1942, durante l'ultima eroica carica di Isbusenskij. Un Persano era Pagoro, che saltò i 2 metri e 47 cm alle Olimpiadi Helsinki con in sella il capitano Raimondo D'Inzeo. Le donne di Serre si sono sempre fatte notare, sbaragliando la concorrenza di quelle degli altri paesi che pure si affacciavano su Persano. Perché – sostengono qui – sono di carattere più aperto, meno bigotto, già pronte per stare in società

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