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"IL MATTINO" PRESENTA COSI IL NUOVO LIBRO DI ORESTE MOTTOLA

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Mottola tra briganti fiumi e misteri cilentani «Sono vivo e scrivo»   Articolo di Monica Trotta.  E' il libro più intimo quello che Oreste Mottola ha appena dato alle stampe. Ritorna a scrivere e a pubblicare dopo una lunga malattia che racconta senza enfasi, con il tono della cronaca lui che giornalista lo è da lungo tempo, e riprende anche alcuni temi che lo appassionano, i gialli irrisolti, le piccole e grandi storie di uomini espressione di una terra di cui Mottola, originario di Altavilla Silentina, è da anni cantore e appassionato divulgatore senza perdere il piglio critico laddove è necessario. La parte più personale del libro "Fiumi, briganti e montagne. Nuove storie e misteri del salernitano" edizioni Magna Graecia, è il racconto della malattia, la scoperta del meningioma, "che non è una brutta parola come sembra ma una noce che in testa m'è nata ed è cresciuta e ora comprime l'area cerebrale". "La prima settimana è dura assai: due giorni p
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  Io, ingenuo sognatore.... All’ombra del Castello medioevale c’è la piazza del mio paese. La ricordo affollatissima in una domenica mattina dei primi anni Settanta: un uomo da un palco, con la giacca in mano, racconta vicino al microfono che aveva ricevuto delle ritorsioni per qualcosa che aveva scritto sul giornale. A casa poi saprò che era Bruno Mazzeo - maestro elementare, consigliere comunale, oratore tagliente e brillante corrispondente de “Il Mattino”. E’ il primo giornalista in carne ed ossa che io, con papà, nonni e bisnonni tutti contadini, abbia visto. Mi fermai e lo ascoltai, ero un bambino, non lo so come fu, ma forse la molla scattò da quel momento. E continuò, per molti anni, con il semplice acquisto di tutto ciò che potevo leggere e, soprattutto permettermi di acquistare dalle edicole. Poi mi rapì la voglia d’impegno politico ed il giornalismo l’avevo accantonato a semplice hobby. O meglio, fino a che, in soli tre anni cadesse sia il muro di Berlino che la dittatura del

COSA MANCA. Fagiolo di Controne. Presidio Slow Food ma non ancora IGP. Perchè?

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  di   Luca Fresolone  - 1 Autostrada A3 Salerno- Reggio Calabria, uscita Campagna. Qualche chilometro di curve tra natura e fiumi per raggiungere uno dei tanti paesini che gode della “protezione” dei  Monti Alburni . Foto da “La Piana Country House” – Controne (SA) Una zona interna del Cilento ancora da scoprire del tutto che regala scorci e aree naturalistiche da far invidia alle più belle oasi. Siamo a  Controne , comune italiano in provincia di Salerno che conta circa 800 abitanti, confinante con la forse più nota Castelcivita per le sue grotte tra i complessi speleologici più estesi dell’Italia meridionale. Alle porte del Parco nazionale del Cilento, Controne non solo regala bellezza naturale ma anche bontà come l’olio extravergine d’oliva. Fagiolo di Controne, vera eccellenza gastronomica del comune degli Alburni Ancor più noto però è il suo fagiolo. Foto da “La Piana Country House” – Controne (SA) La roccia degli Alburni, una stratificazione ricca di cartonati e non molto profon

FAGIOLI DI CONTRONE. COME PREPARARLI clicca sul link

 https://www.booonzo.it/food/fagiolo-di-controne-presidio-slow-food-ma-non-ancora-igp-perche/

ANGELO GREY, LA VOCE DI ALTAVILLA Memorie di un cantante di balera

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  “La musica è cambiata non è più la stessa” comincia così il viaggio a ritroso nella memoria, il cantante Angelo Peduto in arte Angelo Grey classe 1938, (nella foto sopra) “sono nato ad Altavilla e posso dire di aver vissuto sempre di musica, ne sono fiero e me ne vanto”. Angelo inizia a cantare quasi per gioco negli sposalizi di paese, tra gli Alburni e la Piana, negli anni ’50 emigra a Bologna dove trova un’occupazione da ortolano, la musica però gli gira intorno, così la sera nel tempo libero trova degli amici orchestrali che lo invitano a cantare. Partecipa, sempre per gioco, ma con l’idea fissa di lavorare con la musica, ad un concorso canoro. La fortuna vuole che in giuria c’era un certo Savinos il rais degli impresari di quel tempo ( futuro suocero di Adriano Pappalardo) così per Angelo si aprono le porte dello spettacolo: Orchestre con Giorgio Consolini, Luciano Tajoli, serate in tutto il nord Italia, tra balere, sagre, feste dell’Unità e finanche una serata d’apertura al gr

Peter Hoogstaden: il pioniere olandese del turismo escursionistico

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  Il suo lavoro sul famoso il Sentiero degli Dei ha dato vita a un nuovo modo di viaggiare ed esplorare il territorio a piedi, grazie alla mappatura di 200 km di itinerari percorribili. Di Anna Volpicelli, foto di Jurjen Drenth Di lingue ne parla 6, 7 se si include il dialetto napoletano. Peter Hoogstaden, ingegnere olandese e fondatore di  Genius Loci Travel , tour operator specializzato in cicloturismo, escursionismo e turismo responsabile, ha fatto della sostenibilità ambientale e probabilmente della lotta al cambiamento climatico la sua filosofia di vita. Residente a Salerno, quando non è in viaggio per l’Italia e l’Europa a lavorare sui territori per riportare a nuova vita aree verdi e promuovere un turismo a zero impatto ambientale, gira per la città e per tutta la Costiera Amalfitana, a piedi o in bici. Alto, snello, un fisico agile e una parlantina scattante, in un discorso passa dall’italiano, all’inglese, al francese e al dialetto con estrema facilità, in base alle circostanz

Altavilla e Pollica andata e ritorno. Ancora sull'Angelo Vassallo che io ho conosciuto

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Sono con Angelo Vassallo sul porticciolo di Acciaroli Ci aveva fatto avvicinare di più Hemingway. Io avevo trovato quei nuovi elementi che permettevano di poter rilanciare l’idea di un soggiorno cilentano, nell’Acciaroli dei primi anni Cinquanta, dell’autore di “Fiesta”. Al telefono gli anticipai la notizia: “Veramente dici? E falla uscire!”, non mi disse più di tanto. Era di poche parole, Angelo Vassallo. Ma capace di impuntature a viso aperto. Come nella serata nella quale vennero presentate queste nuove ricerche sulla presenza del premio Nobel. Arrivò al limite dello scontro fisico con degli ascoltatori che rumoreggiarono, da “destra”, in seguito ad alcune parole di un relatore. Molto pragmatico nell’agire politico quotidiano, tuttavia mai dimenticava il suo essere un uomo “di sinistra” ma mai genericamente “della sinistra”. La sinistra di Angelo Vassallo era fatta di rigore e di originalità nel portare avanti un modello di sviluppo molto semplice: duplicare nel Cilento costie

L'ANNIVERSARIO. 7 NOVEMBRE 1979, QUANDO VINCENZO DE LUCA SI FECE ARRESTARE A PERSANO

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  Quando De Luca si fece arrestare a Persano. Leonardo Sciascia, e Caldoro padre presero le sue difese. Fu un’azione in difesa dell’altavillese Antonio Di Masi di ORESTE MOTTOLA A chiedere lo sgombero sbrigativo fu l’allora comandante del presidio militare di Persano che trovò ascolto nei vertici della magistratura salernitana che chiamò il battaglione dei carabinieri «Lametia». C’era da fermare sul nascere una trattativa che proprio in quei giorni stava inclinando su di un piano pericoloso di “scambio” di altri territori a favore del ministero della Difesa che si stava orientando a lasciare Persano. A spingere in questa direzione erano i vertici di quella regione Campania che poi furono ammazzati dalle Brigate Rosse: Amato e Delcogliano. Lo scandalo erano 1600 ettari, tra i più fertili della piana del Sele ma usati solo dai militari per le esercitazioni e venduti a prezzi di favore ad alcuni “amici” per il foraggio, il pascolo delle greggi ed il taglio dei boschi. Alla testa dei conta

ALTAVILLA. IL PAESE PIU’ IMPORTANTE DELLA PIANA DEL SELE

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Oreste Mottola (*) Parliamoci chiaro, a me dispiace, e anche molto. Sì, il paese più importante della Piana del Sele non è il mio: Altavilla Silentina. Intanto perché c’è scritto “città” sul gonfalone e sugli atti ufficiali. Rimaniamo un paese – comunità, e questo ci piace anche. Sì i numeri, le economie, le conurbazioni urbane portano altrove. Eboli, Battipaglia e Capaccio, tanto per fare dei nomi. La città ci arriva ad abbracciare. Restando relativamente lontana. A difenderci c’è Persano: militari, un palazzo reale, strutture di archeologia storica e poi alcune unità tra le più moderne e operative della difesa italiana ma usate anche dalla Nato. Anche il fiume Sele sta lì a difenderci dalla città che preme alle nostre porte. Le guardiamo dall’alto di “quota 424” le cittadine che sognano di conquistarci. Noi però possiamo volgere lo sguardo anche all’indietro verso quella Valle del Calore e degli Alburni che s’infrange verso monte Cervati, poco meno di duemila metri di altitudine, la

PIAGGINE. CANTA EMILIO, CANTA!. STORIA DEL FORESTALE ROCK

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di Oreste Mottola Emilio Coccaro (con la chitarra) intrattiene i suoi amici C’erano anche i capelli neri lunghi e folti di Emilio a tentare di rubare l’anima delle placide e assennate ragazzine dei paesi dei dintorni del Cervati negli anni Settanta. Prime prove di un irruente pop che bussava alle porte di un mondo pastorale. Tre accordi di chitarra e il battere ritmato di un tamburo e anche lui oggi che di anni ne ha sessantatrè può chiedere in musica se lo ricordano. Sembrano gli “stadio” di “Chiedi chi erano i Beatles”, in questo caso le “Pietre del Cervati” o “Santi Barbera”, a seconda di chi lui si ispirasse. Ancora si ricordano tra loro come: “U muoddu, ciuffo bianco, Catanzaro, i bambolotti, uppolo, mamilla, cavadduzzo, piedi dolci, puglisieddo. Anni 70, il “lido” è alle sorgenti del fiume Calore, il fotografo è “Onassis”. Oggi c’è solo, anche qui, la curiosità di sapere, come scrisse Roberrto Roversi, di come “il nonno di oggi sia stato il ragazzo di ieri”. Seconda