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BATTIPAGLIA, ecco gli specializzati per il contoterzi in agricoltura

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Nella foto:   un gruppo di contoterzisti, trattoristi specializzati, che si "affittano" con i loro mezzi L’antico che rinasce nell’agricoltura 4.0 e fa riscoprire la figura del “contoterzista” ovvero il proprietario di un parco macchine che le mette a disposizione di più aziende già fornite di personale ad alta specializzazione. Niente di nuovo per la Piana del Sele, vetrina usata da più di un secolo dai giganti mondiali dell’agromeccanica per i loro costosi gingilli. I “bisonti” che arano e dissodano, con i protagonisti della trasformazione tecnologica in atto nei campi con soluzioni di precisione, ecco il digital farming, il contadino tecnologico. E poi grandi investimenti non certamente alla portata del singolo coltivatore. E’ l’orizzonte che vuole rappresentare “Contoterzisti Piana del Sele”, il gruppo con neo presidente Aniello Bacco con Gianluca D’Onofrio vice. “Ci prendiamo l’impegno di facilitare il dialogo tra i terzisti del territorio e le istituzioni regionali e di

San Gregorio Magno, la via di Bacco è nell’Alto Sele , un paese ospita 650 grutticedde, case con annessa grotta per conservare il vino

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by Oreste Mottola –  orestemottola@gmail.com Volevamo visitare il centro di San Gregorio Magno (Sa) per raccontare dell’infinita storia di una ricostruzione da un dopo-terremoto che sembra non finire mai e ha modificato l’identità del paese. Quando di fronte ad un perentorio “Dovete assolutamente essere qui per assaggiare li patane cunzate, le patate condite, una delle meraviglie della gastronomia popolare d’antica origine lucana. E non ve ne andate senza aver visitato via Bacco”. Così abbiamo dovuto capitolare. L’amico, di lunga pezza, non ammetteva repliche. Di fronte a tale segnalazione urgeva recarsi di persona e relazionare. Arriviamo di domenica mattina. Il tempo di parcheggiare l’auto, bloc notes, macchina fotografica e penna nelle tasche, e siamo in strada. Un opportuno convegno che abbiamo usato come copertura, ci ha fatto perdere tempo tenendoci temporaneamente lontani dall’obiettivo. L’ora volge verso il pranzo domenicale. Nessuno dalle nostre parti, come è noto, diserta la

BANCA CAPACCIO. IL VERO FONDATORE . Il pioniere, Rosario Pingaro

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Nella foto: l'ingegnere Vincenzo Pingaro figlio e padre di Rosario  Un vero pioniere, un grande imprenditore, sempre in anticipo sui tempi. Questo è stato Rosario Pingaro, presidente della Cassa Rurale di Capaccio dal 1965 al 1985. Gran parte delle realizzazioni edilizie di Capaccio Scalo portano la sua firma. "Era un vulcano, non stava mai fermo, difficilissimo stargli dietro", ricorda il figlio Vincenzo, ingegnere. "La sua religione era il lavoro. All'infuori di questo non vedeva altro". Fu anche un vero e proprio self made man, un uomo che si era fatto tutto da solo. Nato a Fonte di Roccadaspide nel 1911, era l'ultimo figlio di otto fratelli e sorelle. Il padre fu emigrante in Argentina, ma ritornava spesso a casa, ed appena l'età lo permetteva si prendeva un figlio e lo portava con sè fino a sistemarlo adeguatamente nella fertile terra argentina. Le due femmine, con il piccolo Rosario, rimasero in Italia. Il ragazzo ebbe un'istruzione sommari

MADE IN CILENTO. Gusta la spirulina e vola nello spazio

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  Il cibo del futuro si chiama spirulina ed è appena stato scelto dalla Nasa come la forma più completa di alimentazione per gli astronauti del futuro. A prima vista niente di speciale,  un'alga  blu-verde capace di contenere in un solo cucchiaino le stesse proteine dell'uovo, le vitamine di tre arance e il calcio di 100 grammi di tonno. E’ prodotta dalle parti di casa nostra, ad Acciaroli, da un'azienda, AlghePham. La spirulina dei miracoli rafforza il sistema immunitario, regolarizza il colesterolo, ha un effetto anti-age, diminuisce il senso di fame ed è una fonte di ferro e calcio vegetale. Un super food , secondo La spirulina è considerata a tutti gli effetti un super food, secondo l'Oms è addirittura il miglior cibo per l'umanità del ventunesimo secolo. La spirulina è  l'ultima  evoluzione della dieta mediterranea sì ma valorizzata da un medico americano geniale, Ancel Keys. La spirulina è cosa da intenditori. “Non ci appoggiamo alla grande distribuzione e

I VERI SCRITTORI? SONO I GIORNALISTI

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  Dissipatio  L'altra faccia dell'Intellettuale Dissidente Attraverso questa vasta e variegata e parziale antologia si vuole celebrare un concetto semplice fino alla crudeltà. Il ‘canone’ del Novecento italiano è fatto da giornalisti-scrittori. O meglio. Da scrittori che hanno esercitato il giornalismo.  I quotidiani sono stati la palestra dei letterati di talento, che in redazione hanno imparato il pregio del fango, il genio della rapidità narrativa, della riflessione arguta, della rapina retorica.  Hanno imparato, cioè, che esiste (anche) un lettore. I casi canonici sono noti: Dino Buzzati; Pier Paolo Pasolini; Giovanni Arpino; Ennio Flaiano; Gianni Brera. Gli altri fondano la nostra biblioteca: Guido Piovene, Goffredo Parise, Mario Soldati, Enzo Bettiza... Tutti – per lo più, ricchi di idee e poveri di soldi – hanno praticato l’arte più antica del mondo pur di campare. Il giornalismo insegnava umiltà, senso creativo, obbedienza alla forma. Oggi, sbracato, vale, letterariamen

Agropoli: storie di santi, delle loro maledizioni e delle libere donne agropolitane

Le donne di Agropoli “vestite di rosso” colpirono finanche il giornalista – poeta Giuseppe Ungaretti che nella primavera del 1932 fu da queste parti per scriverne sul “Corriere della Sera”. Onore al merito, allora.  La scrittrice francese Marguerite Yourcenar proprio nel Castello agropolese fa abitare alcuni suoi personaggi femminili. Questione diversa è una certa rusticità di carattere, residuo del lungo passato saraceno, del quale si è sempre favoleggiato e giocato nei territori circostanti, dove il bisogno di mettere “marchi” sulle varie comunità mai ci ha fatto difetto in fantasia. Tutto avrebbe inizio da Agropoli terra di Santi incompresi e che avrebbero reagito “gettando” maledizioni.  Si comincia da San Francesco. Il frate d'Assisi arrivò di ritorno dal suo viaggio in Oriente, il lunedì di Pasqua del 1222. Il fraticello non fu accolto bene, i locali che lo cacciarono via, costringendolo a predicare da uno scoglio ai pesci e agli altri animali. E uno.  Nel 61 d.c. c’era già p

Altavilla, il paese del Buoncazzone - ma leggete tutto

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Raiuno qualche volta ripropone lo sceneggiato televisivo tratto dal romanzo " Il Balordo" di Piero Chiara (Mondadori, 1967), ambientato ad Altavilla Silentina, e realizzato dal regista Pino Passalacqua in tre puntate di un'ora ciascuna, protagonisti Tino Buazzelli e Renzo Palmer. Il film, andato in onda 22 anni fa, da allora non era mai stato replicato in passato. La vicenda si svolge tra Luino sul lago di Como e Altavilla Silentina, con protagonista Anselmo Bordigoni, maestro elementare musicofilo cui presta il suo volto Tino Buazzelli, che dopo aver perso inopinatamente il posto d'insegnante poiché‚ forzatamente coinvolto - pur innocente - in uno scandaletto sessuale, lasciata la scuola mette a frutto il suo eccezionale talento musicale. Ma dopo poco gli arriva la messa al confino in paese meridionale: Altavilla Silentina. Lo scrittore Piero Chiara (" Il piatto piange" e " La stanza del vescovo", le sue opere principali) venne più volte nel paes

AGROPOLI. Mimì Chieffallo, storico e uomo di cultura. Voleva che il cilentano fosse riconosciuto come lingua e insegnato nelle scuole.

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L'avvocato Domenico Chieffallo è il primo a destra in questa foto  Un pomeriggio di qualche anno mi arrivò una telefonata a “Unico”. Preamboli zero: “Oreste, apprezzo il vostro lavoro e vi voglio sostenere donandovi un po’ di copie del mio libro sulla bonifica  idraulica nel Cilento. Fatene l’uso che volete. Organizzati per venirle a ritirare da casa mia” . Le accludemmo al giornale e circolare per le edicole. Presso l’allora Bcc di Altavilla tenemmo una presentazione. In questo atto c’era lo stile di Mimì Chieffallo , che qualche giorno fa ci ha lasciati. Senza fronzoli e diretto, generosità personale illimitata al servizio della cultura. All’incontro diretto ti specchiavi nei suoi occhiali spessi a fondo di bottiglia e poi colpiva la sua voce particolare. Non era cilentano Domenico Chieffallo , ma di queste terre ha subito subito la malìa,  da studioso ne colse la nobiltà e gli affanni. Si i è dato da fare, soprattutto con i libri e le conferenze, a sciogliere i nodi plurisecola

UNA STORIA BELLA DEGLI ALBURNI. L'ARCIPOSTIGLIONE vent'anni di attività

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ORESTE MOTTOLA Libri, periodici, concerti, tornei di calcio e i maccaruni alla pignata. “In viaggio da... vent’anni - Arci Postiglione 1989-2009”, spiega il manifesto che il 2 agosto chiama a convegno tutti coloro che hanno fatto conoscere, e soprattutto apprezzare, il nome di Postiglione, piccola e deliziosa comunità di contadini – montanari, molto oltre i confini provinciali. Non ha eguali l’attività dell’Arci Postiglione. “Il cuore solidale della nostra Postiglione, solare, poetica, gagliarda, che si lancia verso l’avvenire sempre con lo sfondo di una natura eterna ed infinita”, parole di Americo Montera, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, e postiglionese doc. Per vent’anni hanno prodotto eventi culturali, ricostruzione di eventi storici, gite d’istruzione, tornei calcistico e soprattutto una meritoria opera di ricostruzione della memoria storica. Si va dalla riscoperta dell’antica ricetta dei “maccaruni alla pignata”, piatto legato alle modalità dell’antica trebbiatu

VISTI DA VICINO 3/GIAMBATTISTA VICO A VATOLLA

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[2009. VATOLLA orestemottola@gmail.com RIPRODUZIONE VIETATA] L' ultimo sabato sera l’ho passato a Vatolla, all’interno di Palazzo Vargas. “Vieni, ti conferiamo un premio speciale”, tre giorni prima mi chiama Lorenzo Barone, un collega agropolese. “Onoriamo la memoria di Giovanni Farzati. Ti abbiamo assegnato targa e pergamena per la carriera”. Io sono ancora giovane e poi la carriera dov’è?, ribatto. Siccome alla vanità non si fugge… un’ora d’auto ed eccomi qui nel maniero dove Vico filosofeggiò alla grande. Farzati: sindaco di Perdifumo e avvocato prestigioso. Lo conobbi nel 1993, mi diede notizie del passaggio cilentano di Ettore Majorana. Le grandi lapidi murate sulla facciata del castello, al colto e all’inclita raccontano che ci visse, dal 1686 al 1695, il grande pensatore napoletano. Arrivò che non era neanche un paglietta fatto ma un avvocatino, uno dei tanti, senza soldi e pure mezzo tisico. Lo portò un vescovo – colpito dal sapere e dalla sua seriosità ed austerità - che